giovedì 27 settembre 2007

CHI E' GESU'?

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!
La Parola di Dio di questa mattina, è inserita nel ricordo di un grande santo della carità: San Vincenzo de' Paoli.
Il Vangelo odierno (vedi Lc 9, 7-9) parla dei dubbi che affliggono Erode sulla stessa figura di Gesù. Dubbi che possono essere anche nostri. Per la coscienza di Erode è un interrogativo inquietante per la sua condotta di vita: sordido, scellerato, adultero e aveva messo a tacere la parola scomoda di Giovanni Battista, ma non sapeva che la Parola di Dio non si può incatenare, uccidere (cfr. 2Tm 2, 8-12). Adesso è turbato fortemente e cerca di vedere Gesù.
Nel vangelo di Luca, anche di Zaccheo il pubblicano si dice che "cercava di vedere chi fosse Gesù" (vedi Lc 19, 1-6), ma quanta differenza tra il desiderio di vedere dell'uno e l'interesse dell'altro, quale abisso tra la gioia di Zaccheo che lo accoglierà in casa e il rallegrarsi di Erode che "sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui" (Lc 23,8)!
Pensando al nostro cammino di fede, anche a noi sfugge Gesù. Anche a noi c'è qualcosa che ci turba, che ci spinge a "cercare di vedere" Gesù. Che cosa è? E' la curiosità inquieta di chi si percepisce "piccolo" e bisognoso di salvezza o il capriccio superficiale di chi vuol toccare con mano e in qualche modo gestire in proprio la grazia di Dio? A ciascuno la propria risposta. Ma una strada per cercarla ve la indico: la Parola di Dio, dove Gesù si fa risposta ai nostri interrogativi di vuota presunzione, sintomo evidente di una malattia dell'anima che impedisce a Dio di convertire il nostro cuore. Lasciamoci invadere, incotrare dalla Parola, come fu per Zaccheo, e vedremo che il nostro cuore cambia, diventa disponibile nell'accogliere la salvezza, ritenendoci "cercati e trovati" da Dio.
Nella preghiera di questa giornata, verifichiamo i motivi e la qualità che ci spingono a 'cercare' Gesù, contattandolo nelle profondità del cuore.
Preghiamo così: Non mi accada mai, Signore, di non sapere cosa pensare di Te né che ti cerchi per tacitare la mia coscienza o per imbottigliare la tua grazia nella ristrettezza delle mie futili aspettative. Ti sappia accogliere piuttosto con cuore puro, anelando sinceramente alla salvezza che viene da Te.