giovedì 6 settembre 2007

COSA MANCA ALLA NOSTRA RELIGIOSITA'?

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

La Parola del giorno continua a passare dalla nostra esistenza (vedi Lc 5, 1a.2-11). Quest'oggi viene a trovarci sul posto di lavoro.

Gesù, sino ad ora ha parlato alle folle, a quelle folle sbandate, stanche e sfinite che apparivano come pecore senza pastore (1Re 22,17; Mc 6,34). Non sono solo le folle di ieri; in esse vediamo anche quelle di oggi, anch'esse senza chi si prenda cura di loro.
Viene spontaneo dopo il passaggio di Gesù, dopo il suo continuo insegnare alle folle, porsi una domanda: che cosa è la fede? Nel vangelo è Pietro che con i suoi atteggiamenti spiega questo termine. Egli si fida: tentenna, obbietta che è stanco a causa di una notte di pesca infruttuosa... ma si fida, parte, va, prende il largo.
Ecco: fede è fidarsi, è prendere il largo sulla parola di Gesù, è partire nonostante le obiezioni, sensate, sulla tua parola, prenderò il largo. E avviene l'esagerazione, l'inaudito, l'inaspettato, la barca quasi affonda a causa dell'enorme quantità di pesci. E di fede. Sì Gesù, mi fido di te. Non capisco ancora, non ho ancora ben chiara l'evoluzione delle cose in cui credere, non so dove tutto questo mi porterà, ma mi fido, mi affido. E' la fede che manca alla nostra religiosità, è la fede che manca alla nostra preghiera, è la fede che manca al nostro annuncio. In genere siamo sempre pronti a fidarci di noi stessi, dei nostri progetti, dei nostri gruppi e delle nostre attività pastorali... Qui cari amici, il primato vada alla fede, l'iniziativa a Cristo, il timone punti al largo, slegando gli ormeggi delle nostre mille obiezioni, delle nostre contrarietà. La fede non si ferma ai nostri limiti, pone sempre una svolta nella nostra esistenza. Pietro, da pescatore di Galilea, un po' impulsivo non sa che quel prendere il largo avrebbe rappresentato per lui una svolta definitiva, eppure il suo fidarsi l'ha portato oltre. Proprio i limiti di Pietro saranno il luogo in cui la comunità trova appiglio, proprio nella radicale scoperta del suo limite inizierà, dopo la resurrezione, il suo servizio.
Ascoltiamo attentamente questa Parola di salvezza che passa dalla nostra esistenza e preghiamo così: Io credo Signore, mi fido, anche quando accadono cose che mi spaventano, anche quando vivo esperienze che non capisco. Io mi fido, Signore, e oggi prenderò il largo sulla tua Parola.