lunedì 8 ottobre 2007

FARSI PROSSIMO

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!
Il Vangelo di questa giornata (vedi Lc 10,25-37), è tornato alle nostre orecchie tante volte. Ma perchè la Parola di Dio torna a noi più volte? La risposta è semplice: Essa non è ancora maturata nella nostra vita, nella nostra realtà. Non siamo stati in grado di accoglierla come si deve per poter avere anche noi, come dice il Vangelo odierno, viscere di misericordia.
Se leggiamo con attenzione il Vangelo del giorno, ci accorgiamo dei movimenti ed atteggiamenti che ogni cristiano, al di là di razza, nazione e lingua, deve assumere.
Uno dei sensi che bisogna mettere in atto è la vista. In genere, la nostra società di oggi, con tutto il suo narcisismo, usa parecchio il "vedere" e quindi, anche per noi dovrebbe essere facile.
Il Vangelo che racconta la pagina del samaritano misericordioso, è descritto anzitutto così: "lo vide", cioé, è colpito dalla sua situazione dolorosa. "Ne ha compassione" dal di dentro della sua partecipazione umanissima. "Gli si fa accanto", ossia oltrepassa lo steccato del proprio egoismo per far sentire all'altro una vicinanza tutt'altro che indifferente al suo dolore. Gli fascia le ferite e versa olio e vino, cioè interviene in modo pertinente con puntuale dedizione. Non contento se lo carica sul mezzo di trasporto che possiede, lo porta alla locanda, si prende cura fino in fondo del poveraccio, fino a pagare di tasca propria quel che, alla sua partenza, farà il locandiere. Difficilmente faremo qualcosa del genere, se non con la forza che viene da Dio, che ci ha chiamato a servirlo nei fratelli e sorelle in necessità.
Però il Vangelo contiene un imperativo che ancora oggi è valido per tutti: "va' e anche tu fa lo stesso!". E' un imperativo particolare che nessuno può esimersene o fare orecchio da mercante, perché si ritroverà con un non senso della vita o peggio: distrutta.
Il Salmista prega sempre così: ogni mattina è attento il mio orecchio. Anche noi abbiamo bisogno di tendere l'orecchio, di avere compassione verso il mio prossimo. Non andiamo tanto oltre per scoprire il nostro prossimo. Chiediamoci: che cosa mi impedisce di farmi prossimo, a volte anche alle persone che vivono sotto il mio stesso tetto?Forse la distrazione, un'arida abitudinarietà, il comodismo egoista?
Chiediamo nella nostra preghiera il dono di "farsi prossimo". Preghiamo, perché il nostro cuore si converta ogni giorno al cuore di Dio, perché farsi prossimo è quotidiano spicciolo in tutti gli ambiti della nostra società.