sabato 24 novembre 2007

CRISTO GESU', RE DELL'UNIVERSO

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!




Siamo arrivati all'ultima domenica dell'anno liturgico celebrando la Signoria di Cristo Gesù, Re dell'universo.
Che strano Re abbiamo noi cristiani, il vangelo ce lo mostra sul trono della croce e in mezzo a due malfattori (vedi Lc 23,35-43).
Il mondo di oggi è affascinato dal "vedere", forse per la celerità del messaggio o perchè in noi c'è ancora qualcosa che deve crescere. Anche il Vangelo che ascoltiamo in questa solennità inizia proprio a dirci che ci sta un popolo che guarda, contempla la scena del calvario.
In questa teofania di Dio vi è l'inizio di una vita nuova, ma allo stesso tempo vi è il rifiuto di Cristo Crocifisso perché è perdizione, è dono di morte.
Ma forse è il caso di fermarsi veramente davanti al Crocifisso, ma non per contemplarlo nell'esteriorità, ma fino ad arrivare dentro la nostra anima per vedere il Suo sguardo. Quello che troveremo è solamente Dio-Amore, un Dio così pazzamente innamorato dell'uomo da giungere fino alla follia della croce. No, un Dio così è assurdo diranno i pagani, è scandaloso ribatteranno i Giudei. E noi, oggi, dopo duemila anni di cristianesimo, non ci cogliamo forse un po' sconcertati dinanzi all'impotenza del Crocifisso? Eppure nulla è più eloquente della sua croce, di questo spogliamento di Dio. L'abisso più profondo che ci separa da Lui non è quello della creaturalità, ma quello del non-amore. E la croce è venuta a colmarlo, facendoci contemplare l'Amore, anzi consegnandocelo perché ritrovassimo la nostra somiglianza con Lui.
Vi suggerisco una lettura di questo vangelo: guardate attentamente i vari personaggi che ruotano attorno a Gesù Crocifisso ed esaminateli mettendo la vostra vita al loro posto e chiedetevi: cosa stiamo facendo a Cristo Crocifisso? Arriveremo alla fine all'ultimo personaggio: il buon ladrone, colui che ha trovato la strada della salvezza attraverso la Regalità di Cristo Gesù. Forza, anche per te si apre la strada, è il Re che te la percorrere fino al Paradiso!
In questa solennità, prova a pregare con queste parole: Signore, mi suona strano darti il nome di re. Un re non si avvicina facilmente... E invece oggi ti ritrovo che siedi accanto a me, nella fossetta del mio peccato, qui dove mai avrei pensato di incontrarti. I re stanno nei palazzi, distanti dalle vicende della povera gente. Tu invece vivi la tua signoria vestendo i panni logori delle nostre povertà. Quale festa per me vederti qui dove mi sono andato a nascondere per non sentire su di me gli sguardi indiscreti del giudizio umano. Sul ciglio dei miei fallimenti chi ho ritrovato se non te? L'unico che potrebbe rimproverare le mie incoerenze mi viene a cercare per sostenere la mia angoscia e la mia umiliazione! Quanta illusione quando pensiamo di dover venire a te solo quando abbiamo raggiunto la perfezione... A te non piace quello che sono, mi verrebbe da pensare, ma forse non è esattamente così: a me non piace quello che sono, a te vado bene comunque, perché il tuo amore è qualcosa di speciale che rispetta tutto di me e fa di ogni mio istante uno spazio di incontro e di dono. Signore, insegnami a non scendere dalla croce nella pretesa assurda di salvare me stesso! Donami di saper attendere, accanto a te, l'oggi del tuo Regno nella mia vita.
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