martedì 27 novembre 2007

NEPPURE UN CAPELLO PERIRA'!

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Sappiamo come la storia insegna che la nostra vita è segnata dalla continua lotta tra il bene e il male. Il cristiano non può esimersene. Deve far fronte. Anzi deve prendere posizione. Eppure quello che emerge anche da queste pagine di sapore apocalittico è l'esortazione a una grande fiducia. Non c'è da tormentarsi circa quello che dobbiamo pensare e dire. Le ragioni del male hanno, sostanzialmente, un'intrinseca debolezza. Mentre le ragioni del bene sono sostenute dalla Parola stessa del Signore.

Nel Vangelo (vedi Lc 21,12-19), una sorte diversa viene annunziata da Gesù ai suoi discepoli: "Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni... sarete traditi... sarete odiati da tutti..." (Lc 21, 12.16.17). Invece della felicità esultante di un banchetto, la sorte misera di chi è braccato come un criminale.
Ma andando ai nostri giorni, questa pagina di Vangelo rispecchia il nostro secolo: tragedie, guerre, genocidi, violenze incredibili, fame. E continuano ad essere uccisi i testimoni del Vangelo. Il numero dei martiri, di ogni confessione cristiana, ma anche di altre religioni, avutosi nel Novecento continua ad aumentare. Non possiamo certo dimenticare che il Novecento è stato il secolo dei martiri. Essi lasciano al nostro nuovo secolo una eredità di fede da custodire e da imitare: uomini e donne di ogni confessione cristiana continuano a testimoniare a tutti noi, spesso ammorbiditi da una cultura che tutto consuma pur di avere un benessere individuale, che il Vangelo è il tesoro più prezioso che ci è stato donato. Il male ha creduto di sconfiggere i martiri, ma essi con il loro sacrificio, con il loro sangue, con la loro resistenza al maligno, continuano ad aiutarci a vincere il male con l'amore e la fedeltà al Signore. Ma forse a qualcuno l'espressione di Gesù: "Neppure un capello del vostro capo perirà" ritorna stonata. Questa però è l'espressione metaforica che sta ad esprimere che Dio viene sempre nella vita di quelli che si fidano di Lui. Non c'è nulla che venga a nuocere a tal punto da non lasciar spazio all'azione del Signore della vita, della positività, di un Bene che – ce ne accorgiamo subito o no – porta sempre vittoria: in profondità e in durata.
Forse nella nostra preghiera dobbiamo lasciar emergere tutte le ventate di pessimismo che, anche attraverso i mezzi di informazione, attraversano, oggi, il nostro vivere. Chiediamo allo Spirito Santo di "filtrare" tutto attraverso questa Parola di certezza e consolazione.
Preghiamo così: Signore, anche nelle prove più ardue, fammi rimanere aggrappato a te. Sono certo che tu mi ispiri i pensieri, le parole, i gesti che contano. So che mi ripeti: "Io sono con te" per salvarti.