domenica 2 dicembre 2007

ANDARE INCONTRO A GESU' IN AVVENTO

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!



Il Vangelo (vedi Mt 8,5-11) ci mostra come si vive il tempo di Avvento, ossia come si va incontro a Gesù. Il centurione che per la fede ebrea è descritto come un pagano, è per noi un esempio. Di lui, in parole tradotte, possiamo dire che non è uno che va in chiesa e non partecipa a processioni o tradizioni varie del paese. E' un soldato che ha un servo malato. Cosa spinge quest'uomo ad andare da Gesù? Non è la religione, né il desiderio di Dio, bensì il bisogno e la sofferenza che lo spingono a cercare Gesù. Gesù non ha preconcetti. Non esige nulla prima, accoglie e ascolta la richiesta dell'ufficiale romano. La risposta di Gesù sorprende il centurione, poiché ne supera l'aspettativa. Il centurione non si aspettava che Gesù si recasse a casa sua. Si sente indegno: "Non sono degno". Vuol dire che considerava Gesù una persona molto superiore. • Il centurione esprime la sua fede in Gesù dicendo: "Di una sola parola ed il mio servo sarà guarito". Lui crede che la parola di Gesù è capace di guarire. Da dove gli nasce questa fede cosi grande? Dalla sua esperienza professionale di centurione! Perché quando un centurione da ordini, il soldato ubbidisce. Deve ubbidire! Così immagina Gesù: basta che Gesù dica una parola, e le cose succedono secondo la parola. Lui crede che la parola di Gesù racchiude una forza creatrice. Gesù rimane ammirato ed elogia la fede del centurione. La fede non consiste nell'accettare, ripetere e decorare una dottrina, ma nel credere e confidare nella persona di Gesù.
Forse è il caso di esaminare i personaggi nella nostra vita di tutti i giorni anche con i suoi pro e contro. Chiediamoci: Mettendomi al posto di Gesù: come accolgo ed ascolto le persone di altre religioni? Mettendomi al posto del centurione: quale è l'esperienza personale che mi porta a credere in Gesù?
Nella nostra preghiera, sull'esempio del centurione, portiamo al Signore che viene, l'umanità paralizzata e sofferente, ciò che in me è paralizzato e sofferente. Mettiamo un po' del nostro cuore nelle mani di Gesù e diciamo: Vieni, Signore, a visitarci con la tua pace: la tua presenza ci riempirà di gioia.