giovedì 13 dicembre 2007

ESSERE COERENTI

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!
La liturgia Carmelitana ci ricorda un grande santo a cui tante persone si sono ispirate, sopratutto nei momenti bui della loro esistenza: San Giovanni della Croce. (San Giovanni della Croce bis). Il Vangelo che ascolteremo è preso da Mt 11, 16-19, ove Gesù paragona la sua generazione a bambini incontentabili che rifiutano ogni gioco.
Ciò succedeva nel tempo di Gesù e succede oggi, sia nella società che nella chiesa. Ai leaders, ai saggi, non sempre piace quando qualcuno li critica o li interpella. Giovanni Battista, vide, criticò, e non fu accettato. Dicevano: "E' posseduto dal demonio!" Gesù vide, criticò e non fu accettato. Dicevano: "E' fuori di sè!", "Pazzo!" (Mc 3,21), "E' posseduto dal demonio!" (Mc 3,22), "É un samaritano!" (Gv 8,48), "Non è da Dio!" (Gv 9,16). Gesù rimprovera agli uomini di "questa generazione" di essere come bambini capricciosi che vogliono essere lasciati in pace, che non vogliono essere sollecitati a fare delle scelte. Rifiutano un atteggiamento e anche il suo contrario, criticano una proposta e anche l'altra: e questo è la prova della loro insincerità e della loro cattiva volontà.
Non entriamo nel gran gioco di Dio che, attraverso le vicende liete o tristi, sempre ci vuol condurre verso un esito di salvezza. Proprio a salvarci il Verbo di Dio è venuto, viene e verrà a noi. Ma noi non entriamo! Gesù si lamenta per la mancanza di coerenza della sua gente. Loro inventavano sempre qualche pretesto per non accettare il messaggio di Dio che Gesù annunciava. Di fatto, è relativamente facile trovare argomenti e pretesti per rifiutare coloro che pensano in modo diverso dal nostro. Lo si respira, spesso, anche presso quelli che si dicono credenti questo sostanziale rifiuto del Signore Gesù. Quando viviamo di critica negativa, quando siamo sempre pronti a denunciare la "pagliuzza nell'occhio del fratello" senza neppure lontanamente ammettere la trave che è nel nostro. Quando siamo perpetuamente a caccia di gratificazioni superficiali. Quando, imbattendoci nelle scabrosità delle persone e della vita, ci chiudiamo in noi stessi, pessimisti oppure rassegnati. Davvero in queste situazioni la venuta del Signore non è per noi.
Ancora oggi, Gesù reagisce e rende pubblica questa incoerenza. San Girolamo disse per noi: "Non calunniare mai nessuno nel modo più assoluto, e non cercare di farti bello mettendoti a criticare gli altri, e impara a rendere più perfetta la tua vita piuttosto che denigrare quella degli altri. Questo difetto devi evitarlo al punto che non solo non devi permetterti di criticare, ma non devi dar retta neppure una volta a chi critica, per non rafforzare con la tua complicità l'influenza di chi sparla degli altri, e per non favorire con la tua accondiscendenza il suo vizio".
In questo tempo di attesa, quale è l'Avvento, chiediamo alla Madonna che a gran voce chiami in me lo Spirito Santo perché sappiamo accettare noi stessi e gli altri. Chiediamogli che infonda nel nostro cuore lo spirito di vera accoglienza, benevolenza e quella sorridente capacità di spremere il positivo dalle persone e dalle cose, quella propensione a sottolineare il bene nelle circostanze e nelle persone.
Preghiamo così: Signore, dammi un cuore vigile attento a Te, al tuo amore che, nel tuo provvido disegno, vuol rendere anche me strumento di positività, per una crescita del tuo Regno nei cuori e nella storia.