domenica 13 gennaio 2008

IL PASSAGGIO DI GESU'

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Lasciamo il tempo di Natale per entrare in un nuovo ciclo liturgico, quello del Tempo ordinario, quello della nostra ferialità. Il Vangelo ci dice subito: convenrtitevi (vedi Mc 1,14-20), quasi ad anticipare i tempi della quaresima che inizierà il 6 febbraio.
In questa nostra ferialità la Parola ci colloca in un'altra ferialità: dopo che Giovanni viene "arrestato", la parola profetica che annuncia un tempo nuovo è come incatenata. Ebbene, Gesù proprio da questo momento inizia a percorrere le strade della sua terra per annunciare a tutti la "buona notizia". Se ci facciamo caso, questa è la prima volta che appare il termine "Vangelo". Il Vangelo è Gesù stesso. È lui la buona notizia da credere e a cui affidare la propria vita.
In questi inizi della predicazione, Gesù passando in mezzo alla gente e camminado sulle rive del mare di Galilea chiama Simone e Andrea, due fratelli pescatori. "Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini", dice loro. Erano indaffarati con il loro lavoro di pescatori, ma accolsero quell'invito e lo seguirono.
Questa è la storia del discepolo di ogni tempo. In ogni generazione, infatti, anche nella nostra, il Signore passa e chiama a seguirlo. Infatti, continuando il suo cammino, Gesù incontra altri due fratelli, Giacomo e Giovanni. Gesù chiama anche loro. Ed essi, dopo averlo ascoltato, lasciano le reti e lo seguono.
Ogni credente è chiamato da Gesù perché sia con lui il portatore della Buona Novella; tutto il suo modo di essere grida: “Tu sei amato, noi tutti siamo amati”. È questo il dovere assegnato dal Signore a ciascun credente, perché ogni credente è apostolo e inviato per comunicare la gioia della Buona Novella. Ed è spesso questa gioia che permette a ognuno di continuare il suo cammino con più speranza, attraverso le lacrime e le sofferenze, incomprensibili e a volte ripugnanti, della sua esistenza.