domenica 27 gennaio 2008

NON BESTEMMIARE!

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Con questo post ricordiamo un grande santo, Tommaso d'Aquino, che ha contribuito parecchio alla teologia e i cui scritti illuminano ancora oggi il pensiero cristiano e tutto il pensiero umano. Tommaso d'Aquino è stato un santo contemplativo: il suo ideale era trasmettere agli altri le cose che egli stesso aveva contemplato, nella preghiera e nel rapporto con Dio.
Il Vangelo in questa celebrazione, ci ricorda che Gesù è all'inizio della sua missione e si presenta come colui che libera non solo dal male, ma anche da Maligno (vedi Mc 3,22-30). Abbiamo visto che nel Vangelo domenicale Gesù si è presentato a tutti noi come la luce, Egli è la luce. Purtroppo rifiutando la luce, anche di fronte all'evidenza siamo capaci di dire il contrario: “Costui è posseduto da Beelzebul e scaccia i demoni per mezzo del principe dei demoni”. È l'accecamento di chi ostinatamente rifiuta la luce. È la chiusura totale che impedisce a Dio di operare. Qui si inserisce l'ammonimento di Gesù, un ammonimento da prendere in considerazione e meditarci sopra, senza tanti addolcimenti.
Gesù afferma che c'è un peccato capace di bloccare la mano di Dio tesa verso di noi per soccorrerci. Questo peccato è la "bestemmia contro lo Spirito Santo".
Nell'uso corrente per bestemmia si intende un'espressione ingiuriosa rivolta a Dio o ai suoi santi. Biblicamente il termine ha un significato più ampio: è bestemmia maledire Dio, ma lo è anche il non riconoscere in lui la sorgente della salvezza e della speranza, o anche l'attribuirsi poteri e proprietà di Dio. Bestemmiare contro lo Spirito Santo è allora chiudersi volontariamente alla sua azione salvifica, al suo "giudizio" teso a far luce dentro di noi, al suo perdono. Bestemmia è anche l'insana pretesa di voler giudicare l'azione segreta di Dio in un'anima. E bestemmia è anche quella di chi presume di "salvarsi" da solo.
Carissimi, abbiamo sempre più bisogno di spalancare il nostro cuore a Dio. Questi tipi di "bestemmia" chiudono la nostra persona nelle sue sicurezze, impedendo a Dio di intervenire nella nostra vita. Il permanere di questi atteggiamenti rendono irreversibile la situazione del peccatore. L'impedimento non procede quindi da Dio, ma dall'uomo, che, nella sua libertà, può accogliere o rifiutare orgogliosamente l'azione santificatrice dello Spirito.
Durante la nostra preghiera, proviamo a scavare nel nostro cuore per capire veramente se ci apriamo allo Spirito Santo. Questo piccolo esame possiamo rimetterlo nelle mani del confessore per verificare il nostro cammino. Intanto preghiamo così:
Spirito Santo, che dimori in me e in ogni anima redenta dal sangue di Gesù, nelle tue mani rimetto il timone della mia barca, perché essa non si allontani mai dalla rotta che il Padre mi ha tracciato. Rendimi disponibile alla tua azione in me e colmami di riverente stupore per quanto operi intorno a me.