martedì 25 marzo 2008

LASCIA CHE GESU' TI LIBERI DAL TUO IO

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

La Parola ci riporta in strada, dove accade di tutto. Per strada troviamo lotte, discordie, delusione, etc., che tutti ogni giorno sperimentiamo, come i due discepoli di Emmaus (vedi Lc 24,13-35).
San Luca racconta dei due discepoli in cammino il giorno di Pasqua: lontano da Gerusalemme e dalla comunità degli altri. Essi vogliono lasciare dietro di sé il passato che li lega a Gesù, ma non possono impedirsi di parlare senza sosta del peso che hanno sul cuore: Gesù è stato condannato, è morto sulla croce... non può essere lui il Salvatore promesso.
Purtroppo questo atteggiamento li lascia immersi in se stessi, tanto da non riconoscere il pellegrino che li accompagna sul loro cammino di desolazione. "Noi speravamo" è l'amara conclusione di una sequela iniziata all'insegna di attese gelosamente e lungamente custodite in cuore. È l'affossamento di ogni speranza.
Non credono in Dio? No. Non è questo il problema. La loro fede non è sufficiente per superare la morte. Gli occhi sono incapaci di riconoscerlo, ma il cuore no: "Non ci ardeva forse in petto mentre Egli ci parlava?". Ed ecco la supplica struggente: "Resta con noi nel crepuscolo della vita!". È quanto basta perché il Signore possa aprir loro gli occhi su una realtà che va ben oltre i loro angusti desideri. "Speravamo che liberasse Israele". Una liberazione politica, limitata ai confini nazionali. Gesù invece è morto e risorto "non per la nazione soltanto". Ma continuiamo a sognare "male".
Quanti sogni nella nostra vita! Sogniamo di essere liberati dal male, da situazioni difficili, dalla fame, dalla guerra, dalle ingiustizie... Gesù però va più nel profondo: al cuore. È il nostro "io" più vero che deve essere liberato da quanto lo inquina. Questa è la vera libertà che nessuna potenza terrena può soffocare. Questo ci permetterà di "far ritorno sui nostri passi", verso gli altri con cui condividere l'impegno di operare per la libertà.
Fermiamoci un istante a riflettere. Proviamo a metterci in cammino con i due discepoli di Emmaus. Nella preghiera personale, lasciamo che Gesù ci parli, svelandoci a quale livello vuole operare la nostra liberazione e su quali passi devo ritornare per diventare a mia volta strumento di liberazione.
Prega così: Resta con noi, Signore, quando la voglia di lasciarci andare rischia di travolgerci e la fede vacilla. Torna a spezzare il tuo pane, perché nel segno del dono sappiamo ritrovare la via della libertà.