sabato 1 marzo 2008

TOCCA A NOI VEDERE E VEDERE BENE!

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

La Parola sorprende sempre, è particolare nel suo presentarsi sopratutto quando è il Vangelo secondo Giovanni. Questa Domenica ci viene raccontato l'episodio del cieco nato. Il Vangelo di Giovanni è particolare a raccontarci questo episodio ricco di simbolica (vedi Gv 9,1-41).
Addentriamoci dentro questa Parola, in questa Domenica del cieco nato, lasciandoci condurre per mano dalla Parola, perché i nostri occhi siano illuminati dalla rivelazione di Gesù, dalla rivelazione di Dio attraverso Gesù.
Infatti, in questa pagina la rivelazione del mistero di Dio è Lui, Gesù. E questo si manifesta nel fatto che, incontrando Gesù, troviamo con maggiore chiarezza la direzione e il senso e l’orientamento nella nostra vita. «Chi segue me, non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12): è significativa questa espressione, perché vuole dire che nell’ottica di san Giovanni la luce e la vita sono concetti che si assomigliano. La luce, per Giovanni, è una esperienza: l’esperienza della vita di Dio, della vicinanza di Dio e dell’amore di Dio dentro la nostra esistenza.
Il fatto che quest’uomo sia cieco dalla nascita, quindi senza luce dal primo istante della sua vita, vuole dire alla fine che quest’uomo è privo di vita. E di fatto all’inizio del racconto quest’uomo è oggetto delle riflessioni, delle discussioni e dei giudizi degli altri. Lui nella prima scena non parla, è muto. Parlano di lui gli altri. Parlano di lui innanzitutto i discepoli di Gesù.
In questo brano evangelico leggiamo come le comunità dell’Asia Minore che prima erano cieche, scoprono la luce. I farisei che pensavano di vedere correttamente, sono più ciechi del cieco nato. Intrappolati nella vecchia osservanza, mentono quando dicono di vedere. Non c’è peggior cieco di colui che non vuole vedere!
Anche noi dobbiamo interrogarci e rivederci per capire se vediamo bene.
per approfondire clicca ----> LECTIO DIVINA


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