lunedì 3 marzo 2008

"VUOI GUARIRE?"

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Nella visione di Ezechiele (vedi Ez 47,1-9.12), l’acqua che dà la salute e la vita simboleggia la grazia elargita da Dio. E' il tempo della salvezza che è giunto con la venuta di Gesù Cristo. È il motivo per cui Gesù non conduce il malato alla piscina di Siloe, la sorgente della grazia dell’Antico Testamento, ma lo guarisce per mezzo della propria potenza. Egli lo fa di sabato, ed ordina al miracolato di portare il suo giaciglio nel giorno di sabato (vedi Gv 5,1-3.5-16), poiché è giunto il tempo in cui è arrivata una grazia più grande della legge, e Gesù è il padrone del sabato. Il paralitico è immagine dell'uomo di oggi, di noi, che siamo paralizzati dalla sofferenza, dagli eventi, dalle ambiguità del vivere, dal peccato. Gesù ci avvicina discretamente e ci fa un proposta. Non s'impone, vuole il nostro assenso personale. Rispetta la nostra libertà e responsabilità.
Gesù è la nuova acqua, che nel sacramento del battesimo, continua ad integrarci nella sua vita e ci guarisce dalla paralisi, perché possiamo portare i frutti della vita nello Spirito.
Oggi Gesù ci dà un monito come ha fatto con il paralitico: dobbiamo avere paura di ricadere ancora nella schiavitù del peccato, affinché la nostra paralisi spirituale di cristiani non sia più grave della paralisi del paganesimo di cui Cristo ci ha liberati.
Il tempo di Quaresima è il tempo migliore in cui possiamo fermarci per il nostro esame di coscienza. I nostri paesi, il mondo cristiano e post-cristiano non sono forse caduti di nuovo nel paganesimo, nell’idolatria del denaro, del successo e del potere? Non siamo forse di nuovo paralizzati tanto da non saper più vincere il male sociale, politico, familiare e personale? Le strutture del male sociale non costituiscono forse il letto della nostra malattia? O lo costituiscono le opinioni e i costumi del nostro ambiente?
Gesù chiama ognuno di noi a convertirsi. Ci offre la riconciliazione con il Padre e la guarigione. Ci dice oggi: alzati, porta con te il tuo giaciglio di malato, va’, vivi e fa’ il bene.
Attingiamo allora a questa fonte capace di risanare le nostre ferite, doniamo fecondità a una vita che forse si trascina nella mediocrità!
Preghiamo Gesù di venirci vicino come ha fatto con il paralitico e preghiamolo così: Tu vedi, Signore, la mia situazione di sfiducia, di astenia spirituale. Ho bisogno del tuo aiuto per ripren-dere coraggio e ricominciare a camminare. Guariscimi con l'acqua della purificazione e con la potenza della tua Parola.