lunedì 14 aprile 2008

AVVOLTI DALLA TENEREZZA DI DIO

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

In questi giorni sono stato assente dal blog per motivi tecnici: avevo il pc guasto. Adesso eccomi qua, nuovamente a scrivervi qualche parola. Anzitutto vi informo, che Domenica scorsa, 6 aprile, è stata fatta la presentazione del mio libro: tutto è andato bene. Anche quanti mi scrivono, dicono la stessa cosa, nel comunicarmi la loro risonanza di fede.
Ma come succede con voi in questi giorni nel comunicarmi la vostra fede, anche Gesù comunica questo suo rapporto con il Padre e ribadisce senza stancarsi il suo dare la sua vita per noi che è il senso profondo del suo Mistero Pasquale (vedi Gv 10,22-30).
Aggiunge poi un'affermazione di grande incoraggiamento: "Nessuno le rapirà dalla mia mano". In queste parole c'è il grande amore del Padre, un amore paragonato alla mano di una mamma che accarezza il suo bambino e lo consola nel facile pianto, alla mano che si tende a stringere quella di un malato grave o addirittura di un morente. Sì, quello che ormai è impossibile venga percepito con l'orecchio, ecco la mano dall'altra mano lo coglie; ed è vera comunicazione di amore.
Davvero credere è per percepirsi amati protetti assolutamente difesi dal male, da parte del Padre. E ancora una volta la modalità è la forza del mistero pasquale che ci strappa a ogni causa di perdizione.
Qual è la condizione di fondo perché ciò si realizzi concretamente nella nostra vita? Tutto parte dall'ascolto della sua Parola che si traduce in mettere in pratica quello che Gesù ci dice attraverso la Bibbia. Tutto ciò è possibile attuarlo e viverlo, perché il Signore "conosce le sue pecore", cioè le ama.
Nella preghiera che vogliamo fare, prendiamo più seriamente coscienza che solo con momenti di vero silenzio (interiore ed esteriore) ci è possibile l'ascolto interiorizzato della Parola. Esso è infatti l'elemento prioritario per cui possiamo "assorbire" a livelli profondi la persuasione di essere avvolti dalle mani tenere del Padre.