mercoledì 20 agosto 2008

DI COSA CI NUTRIAMO?

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

La domanda posta come titolo, non vuole richiamare a una attenzione alimentare, ma tutt'altro.
Il Vangelo nella celebrazione di san Pio X, parla di un banchetto che il re organizza per le nozze del figlio (vedi Mt 22,1-14). I primi invitati, il popolo d'Israele, manifestano indifferenza colpevole (v.5). I vv.6-7 sono ispirati alla parabola dei vignaioli. Probabilmente Matteo ha presente le persecuzioni contro i predicatori cristiani e la distruzione di Gerusalemme nell'anno 70. Dopo il rifiuto dei primi chiamati, l'invito è rivolto a tutti, "buoni e cattivi" (v.10). La sala piena di commensali è immagine della Chiesa. La parabola è un appello a tutti perché sappiano che il momento è decisivo e non si può differire: "Tutto è pronto" (v.4). Il Signore prepara un banchetto per tutti gli uomini, ma ognuno di noi, talora interi popoli, preoccupati solo dei nostri affari, non consideriamo l'invito che ci viene rivolto e disprezziamo i doni che ci vengono proposti. Di fronte alla chiamata del vangelo non c'è niente di più importante da fare. Per stare nella sala del banchetto (la Chiesa) bisogna accettare di ricevere il vestito di nozze: la conversione, la fede. la grazia. La comparsa del re nella sala significa il giudizio dei convitati. Il giudizio non riguarda solo i primi invitati che hanno rifiutato l'invito alle nozze. I secondi non si illudano che basti essere nella Chiesa per essere salvati. L'avvertimento finale della parabola ricorda ai convitati della comunità cristiana l'esigenza della loro vita secondo il battesimo e la serietà del loro impegno. La chiamata di Dio non pone condizioni preliminari: la Chiesa è il luogo del grande raduno e gli invitati sono tutti peccatori. Il Vangelo nota che sono "buoni e cattivi". Sembra quasi che a Dio non interessi come siamo; quel che vuole è che ci siamo. In quella sala non ci sono puri e santi. Ci sono tutti. Anzi, a sentire altre pagine del Vangelo, si direbbe che si trattava di masse di poveri e di peccatori. Secondo il Vangelo tutti sono invitati e chiunque arriva è accolto; non importa se uno ha meriti o meno, e neppure se uno è a posto o no con la coscienza. In quella sala non si riesce a distinguere chi è santo e chi è peccatore, chi è puro e chi è impuro.
E' il caso di fermarci per capire su quale pista camminiamo, di che ci cibiamo e sopratutto, cercare di non essere nella condizione di colui che viene gettato nelle tenebre.