giovedì 11 settembre 2008

APRI SIGNORE I NOSTRI OCCHI!

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Abbiamo appena celebrato la natività della beata sempre Vergine Maria, che ci ritroviamo a celebrare il suo SS. Nome.
Il Vangelo a cui facciamo riferimento in questo post, è quello del giorno (vedi Lc 6,39-42). Questa paraboletta del cieco segue immediatamente l'insegnamento "vertice" di Gesù all'interno del discorso della montagna. "Siate misericordiosi come il Padre vostro celeste. Non giudicate e non sarete giudicati, date e vi sarà dato, con la misura con cui date sarà dato a voi". Si tratta dunque di cogliere che la cecità consiste non solo nel non vivere questi precetti dell'amore ma per di più non riconoscerne l'inadempienza. Infatti, chi non medita e non pratica questi precetti evangelici vive nella più cieca presunzione di sé. Quante volte, estrema facilità, lanciamo giudizi negativi sugli altri e ci poniamo spesso come termine di paragone? Io faccio bene questo e quest'altro e quest'altro ancora. Dal credere gli altri nel torto e se stessi a posto al pretendere di insegnare agli altri la buona strada il passo è breve. Gesù ha proprio ragione: siamo ciechi che pretendono di guidare altri ciechi! Quale terapia al riguardo? Gesù la indica, in molta positività. Anzitutto perseverare nell'ascolto e nella pratica della Parola di Dio, allora sì che diventiamo quel "discepolo ben preparato" che irradia la luce di Lui.
Pensando che anche noi siamo ciechi e che abbiamo la presunzione di guidarne altri, rivolgiamo la nostra preghiera al Signore perché apra i nostri occhi e ci faccia comprendere il senso della Sua Parola. Signore, Tu sei il Maestro. Fa' che io ti sia discepolo con cuore umile e docile. Mai io pretenda di guidare altri senza essere impregnato della tua Parola, senza impegnarmi a viverla in prima persona.