giovedì 4 settembre 2008

ESISTE UN BANCHETTO PER TUTTI

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!




Essere invitato alle nozze, essere ammesso al banchetto nuziale: questa è la vocazione dell’uomo, questa è la situazione del battezzato. Perché Dio ha pensato, nel suo amore, di aprire a tutti coloro che vogliono il banchetto delle nozze di suo Figlio con l’umanità. A Cana, il Figlio di Dio celebra ciò che la sua Incarnazione significava e realizzava, ma teneva nascosto: le nozze di Dio con l’umanità tutta e con ogni singolo uomo. “Beati gli invitati alla mensa del Signore”. Nell’Eucaristia, l’ora di Cristo, si ha il banchetto sempre aperto, a cui ogni uomo è invitato, il banchetto in cui lo Sposo, Cristo, è con loro. Nei due aggettivi ricorrenti "nuovo" e "vecchio" è la chiave di lettura della pericope evangelica, propostaci dalla liturgia odierna (vedi Lc 5,33-39). Qui, nell'interiorità dell'uomo, è il "nuovo" che deve affermarsi, sostituendosi al "vecchio" di forme non più aderenti alla vita. Ma è proprio qui che avvengono i conflitti, perché si fatica a staccarsi da abitudini, idee, pregiudizi, comportamenti che in fondo danno una certa sicurezza, soprattutto se rientrano nel modo di pensare corrente. Allora tutto si rinnova. Dio non ha strappato un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio. L’uomo è invitato a bere il vino nuovo della Nuova Alleanza. La profezia di Isaia si è realizzata. “Il Signore degli eserciti preparerà su questo monte un banchetto di grasse vivande, per tutti i popoli... Rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza” (Is 25,6.9).
Cerchiamo nella nostra preghiera di individuare il "vecchio" a cui siamo ancora attaccati e che tratteniamo in noi, e il "nuovo" che lo Spirito ci indica.
Spirito Santo, perenne novità, aiutami a svestirmi dell'uomo vecchio e a lasciarmi rivestire di Cristo.