mercoledì 3 settembre 2008

PRENDI IL LARGO E CALA LE RETI

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Il Vangelo continua ad essere sempre ad essere al centro della nostra attenzione. Anche l'Evangelista Luca ce lo ricorda con il brano odierno (vedi Lc 5, 1a.2-11).
Il brano riporta Pietro e i suoi compagni reduci da una nottata di inutile fatica. Ora sono a riva a lavare le reti. Le mani vuote sono il segno di una ritirata. E invece no! Ecco Gesù salire sulla barca di Simone e chiedere di "prendere il largo e calare le reti". Sarà un ottimo predicatore, ma certo incompetente per quanto concerne i tempi di pesca! Nonostante tutto Pietro ha il coraggio di dargli credito, ed ecco le reti traboccare di pesci. Un episodio che mostra in Gesù "il Maestro onnipotente", l'unico sulla cui parola si possa sempre "gettare la rete". Un invito alla fiducia, ma soprattutto alla speranza. E quanto bisogno ce n'è oggi, in un tempo di appiattimento e relativismo che sembra voler seppellire definitivamente ogni valore!
Alla messa conclusiva della Gmg, davanti a 350 mila giovani, radunati come in un universale Cenacolo, Benedetto XVI non accenna ai problemi dell’ecologia e dell’ambiente, ma ai problemi più radicali del nostro tempo: al “deserto spirituale” che nelle nostre società convive con la “prosperità materiale”, con “un vuoto interiore, una paura indefinibile, un nascosto senso di disperazione”; agli uomini che sono “come cisterne screpolate e vuote” (cfr. Ger 2,13). E lancia una proposta ai giovani radunati nell’ippodromo di Randwick: essere “profeti” di “una nuova era” in cui “la vita sia accolta, rispettata e curata amorevolmente, non respinta o temuta come una minaccia e perciò distrutta”; in cui “l’amore non sia avido ed egoista, ma puro, fedele e sinceramente libero, aperto agli altri, rispettoso della loro dignità, un amore che promuova il loro bene e irradi gioia e bellezza”; una nuova era “nella quale la speranza ci liberi dalla superficialità, dall’apatia e dalla chiusura che mortificano le nostre anime e avvelenano i rapporti umani”. “Il mondo – dice il pontefice - ha bisogno di questo rinnovamento!”. "Prendi il largo": è l'invito che Gesù continua a rivolgere alla sua Chiesa, a ciascuno di noi. Non fare l'imboscato. Abbi il coraggio di vivere in pienezza il tuo cristianesimo. Proclama, con la testimonianza e con la parola, i valori che danno senso e pienezza alla tua vita. Sì: "getta le reti" verso tanti fratelli che rischiano di rimanere travolti dalle acque del "non-senso". Aiutali ad uscire dalla notte e ad accogliere la luce di Cristo. La tua speranza riaccenda la loro e li renda capaci di cogliere i bagliori del "nuovo" giorno nei fermenti di bene che distinguono i nostri tempi. Se la violenza sembra imporre la cultura del terrore e della morte, se il materialismo sembra soffocare il grido dello spirito, non mancano persone che hanno il coraggio di tentare l'avventura di una vita improntata a semplicità, autenticità, dono. È segno che Gesù è ancora sulla nostra barca. E allora perché non "prendere il largo"?