domenica 14 settembre 2008

UNA VITA VERSO IL MISTERO

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Carissimi, la Liturgia odierna, nel suo perenne attirarci fin sulla soglia del mistero che ci viene incontro, invita a contemplare l'icona del Cristo morente che ci offre Maria "Pellegrina della fede" com'è chiamata dalla Chiesa (il lezionario prevede la scelta di Giovanni dove Maria ta ai piedi della croce del Figlio o quella di Luca dove Maria al Tempio nel giorno in cui presenta il Figlio ascolta l profezia di Simeone, qui citiamo solo Gv 19,25-27). Ella, la madre di Gesù, arriva fino ai piedi della croce del suo Figlio e dal Figlio stesso viene presentata: "Ecco tua madre!". "E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa" Traducendo meglio: "L'accolse nella sua vita di tutti i giorni, nella sua intimità, tra i suoi beni". Ciò è un farsi affascinare dalla bellezza della vita nascosta con Cristo in Dio, di cui Maria è primizia ed esprimere la ricchezza spirituale della maternità di Maria.
Fare memoria della Vergine Addolorata significa, dunque, fare spazio nel cuore a Maria per volgere in purezza lo sguardo al Cristo trafitto e risorto. Attenzione, però: "fare spazio nel cuore" non è un semplice slancio emotivo, occasionale. Ma è il volgersi di tutta la vita verso il mistero, concedendosi ad esso senza nulla trattenere per sé. Nessun altro bene né altra intimità se non quella del Cristo, indicata da Maria in quel suo stare ai piedi della croce, nella fede. Al di là di ogni opposta evidenza. Vivere questa Parola significa dunque entrare nel mistero pasquale che dà senso, in Cristo, affrontando la fatica, le difficoltà e i dolori con l'aiuto tenero e potente di una Mamma.
Preghiamo così: Fare spazio nel cuore a Te, Signore: questo desidero, come Maria. Concedimelo nel tempo che vivo perché ogni ora di questo tempo d'attesa – attesa di vederti senza veli, così come sei – sia segnato dal desiderio di appartenerti totalmente, senza null'altro ambire né cercare.