giovedì 18 settembre 2008

UOMINI E DONNE TESTIMONI DEL RISORTO

Un caro saluto a te ce leggi quanto scrivo!


Il vangelo che continua nelle nostre celebrazioni giornaliere (vedi Lc 8,1-3) da continuità all’episodio di ieri che parlava dell’atteggiamento sorprendente di Gesù con le donne, quando difese la donna, conosciuta nella città come una peccatrice, contro le critiche di un fariseo. Ora, all’inizio del capitolo VIII, Luca descrive Gesù che va per i villaggi e le città della Galilea. Egli è un viandante instancabile. La sua vita si svolge sulla strada. Egli passa attraverso le località grandi e piccole. Il vangelo deve camminare sulle vie del mondo. La novità nel suo peregrinare è che non solo era accompagnato dai discepoli, ma anche dalle discepole. Maria di Màgdala, Giovanna, Susanna: ecco il seguito femminile di Gesù, alcune tra le donne, citate dai vangeli, che hanno assistito il Signore con i loro beni esercitando anche in seguito, nella comunità apostolica, una singolare diaconia, icona di premuroso servizio e calda accoglienza. Queste accompagnatrici, collaboratrici, benefattrici di Gesù svolgono nei confronti del Cristo e del gruppo degli apostoli un'azione assistenziale: mettono a disposizione i loro beni e il loro lavoro. La caratteristica comune di queste donne che seguono Gesù è che hanno maturato un'intensa esperienza di conversione, e nella luminosità di questo autentico cammino di liberazione sono diventate discepole e compagne di viaggio del Signore. Hanno fatto l'esperienza del dono e del perdono: si sono sentite amate e per questo amano. L'amore si manifesta nel servire l'altro liberandolo dalle sue necessità. Questo amore si manifesta più con i fatti che con le parole. Lo spirito di servizio di queste donne le porterà fino ai piedi della croce e davanti al sepolcro, le farà entrare in esso e diventeranno le prime testimoni del Risorto.
Cosa ci dice tutto questo? Che a nessuno è precluso il Regno di Dio, se a questo regno affida "i suoi beni", mente e cuore, ma anche i suoi affanni: il male che insidia, la malattia, lo stesso peccato!
Preghiamo così: Concedimi, Signore, un cuore guarito dalle ferite del non-amore, inferte e subite. Un cuore che ti stia accanto, che respiri in Te e sia da Te consacrato alle urgenze del Regno in gratuità e gioia.