sabato 6 settembre 2008

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il brano del vangelo di oggi (vedi Mt 18,15-20) segue immediatamente il racconto della parabola della pecorella smarrita della quale diventa, quindi, un’applicazione concreta. Se un fratello ha commesso una colpa si deve applicare, in primo luogo, la correzione personale; se non ascolta, bisogna chiamare in aiuto qualche testimone; in terza istanza, conviene riferire alla comunità; e se non ascolta neppure questa, si deve, solo allora, considerarlo come un pagano o pubblicano, cioè come uno che s’è «messo fuori comunità». Lo sfondo ed il contesto di tutto il brano è quello dell’invito alla misericordia e al perdono. Non si tratta tanto di una «scomunica», quanto di un prendere atto che, nonostante il ricorso a tutti i possibili mezzi della riconciliazione e del dialogo fraterno, non c’è nel fratello la volontà efficace di comunione e di conversione. E tuttavia converrà anche ricordare che la Chiesa conserva il diritto di pronunciarsi contro i peccatori contumaci per non rovinare la comunità e al fine di far rientrare in sé il peccatore e convertirsi. In tal modo Paolo si pronunciò nei riguardi dell’incestuoso di Corinto (1 Cor 5,5-6).
Preghiamo perché la stessa nostra vita sia sempre accoglienza dell'altro, perché l'Amore non fa male al prossimo.




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