venerdì 3 ottobre 2008

IMPARATE DA ME CHE SONO MITE E UMILE DI CUOE

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Con il Vangelo dell'evangelista Matteo (vedi Mt 11,25-30), ricordiamo un'altro grande santo della Chiesa: san Francesco d'Assisi.
Il Vangelo ci dice che Gesù è venuto come Maestro e in quanto tale, sapeva che i suoi insegnamenti non dovevano essere parole al vento, ma che doveva insegnare con la sua vita quello che vuole che gli altri imparino.
Durante la sua vita, Gesù ha vissuto tutto quello che ci chiede di credere e di praticare. Per credere e praticare i suoi insegnamenti, Gesù ha posto l'accento su due atteggiamenti importantissimi che noi dobbiamo manifestare: la gioiosa mitezza e l'umiltà. Senza l'umiltà non ci può essere la vera gioia né la possibilità di amare. L'umiltà ci fa vedere il nostro bisogno di amare ed essere amati e il nostro bisogno di essere perdonati perché siamo peccatori. Una persona umile è una persona gioiosa e mite ed una persona gioiosa, arrendevole è anche umile.
San Francesco d'Assisi, il santo che oggi ricordiamo, ha capito profondamente l'invito di Gesù d'essere mite e umile di cuore. Tutta la sua vita era attenta all'insegnamento di Gesù non solo circa la povertà radicale, ma anche nei confronti della sua umiltà e mitezza che lo rendeva un uomo libero e gioioso. Era il Cristo e la sua imitazione che dava significato al suo modo di vivere. Era un immergersi nel Vangelo che è esplosione di libertà, semplicità di vita, amore.
Lasciamo che la nostra preghiera si fermi a piedi di Gesù, per ascoltarlo con semplicità, come un discepolo docile, aperto e desideroso di imparare da Lui. Usiamo le stesse parole di san Francesco, perché il Signore ci renda miti e umili di cuore: O alto e glorioso Dio, illumina el core mio. Dame fede diricta, speranza certa, carità perfecta, humiltà profonda, senno e cognoscemento che io servi li toi comandamenti. Amen.