lunedì 6 ottobre 2008

RADICARSI NELLA PAROLA

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Continua il cammino della Parola nella nostra vita, nella vita di tutti i giorni. Il Vangelo, nella ricorrenza della Madonna del Rosario, ci presenta la Parola - Gesù - nel suo viaggio verso Gerusalemme che fa sosta a Betania, accolto da Marta – sorella di Maria e Lazzaro (vedi Lc 10,38-42). Un brano molto meditato, un brano spesso messo in discussione tra azione e contemplazione. Ma è importante capire anzitutto che Marta accoglie Gesù. Forse possiamo paragonare questo gesto al seme caduto tra le spine, immagine di chi ascolta ma, strada facendo, si lascia sopraffare, dilaniare dalle preoccupazioni. Maria invece si sedette ai piedi di Gesù, come la terra buona che accoglie il seme e lo fa fruttificare. Non solo: "Maria ascoltava". L'uso imperfetto del verbo sottolinea il carattere durativo dell'atteggiamento di questa donna che pendeva dalle labbra del Signore, senza concedersi ad altro.
Poco prima, come abbiamo già ascoltato, Gesù aveva raccontato la parabola del buon samaritano. Ciò sta a dire che non basta accogliere con gioia la Parola, non è neanche sufficiente farla entrare nella nostra vita né ospitarla nel cuore per un momento. Addirittura Ma è solo radicandosi in essa – e ciò avviene fermandosi a lungo in sua compagnia - che si evita il rischio di farsi subito fagocitare dall'urgenza di mettersi all'opera per servire la Parola stessa. Quella Parola che ti chiede di rimboccarti le maniche per la causa del regno.
La presenza di Gesù in questa casa è gioia per Maria e fatica per Marta. Il dialogo che ne segue mette in evidenza la radice dei diversi atteggiamenti. In Marta emerge l'ego e il protagonismo che portano all'irritazione e all'affanno. In Maria è la docilità del discepolo che ascolta e accoglie il Signore. Gesù in questi atteggiamenti interviene non per rimproverare ma per puntualizzare; non ci può essere amore verace e duraturo se questo amore non è custodito da un cuore profondo e innamorato della Parola.
Nella nostra preghiera, cerchiamo quest'amore da vivere. E lì trovare olio e vino per curare e consolare il cuore di questo mondo ferito e assetato d'amore. David Maria Turoldo diceva così: Dio non aspetta che l'ora della tua contemplazione per riempirti di nuovo il cuore della sua grazia, di quanto hai donato nel giorno alle molte mani tese incontrate per la strada. E' l'ora in cui Egli, di nascosto, rinnova tutte le cose.