sabato 29 novembre 2008

I DOMENICA DI AVVENTO

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Iniziamo un nuovo anno liturgico. Ci accompagna l'Evangelista Marco. In queto cammino abbiamo delle tappe da fare per poter arrivare alla grotta di Betlemme e adorare il Signore che assume la nostra stessa natura.
In tante comunità e anche nelle famiglie, ci facciamo aiutare dalla corona di Avvento. Un piccolo segno nato - se non sbaglio - tra i Luterani, ma che si è esteso anche nella nostra Chiesa cattolica. Attenzione però, non è un segno liturgico quindi non scandalizzatevi se nella vostra comunità non lo trovate.
La Parola di questa prima domenica di Avvento ci dice subito di porre l'attenzione verso qualcuno. Per fare questo abbiamo bisogno d vigilare. In cosa consiste? “Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia e si ricordano delle tue vie” (Is 63,4). Perché il profeta usa quete parole? “Praticare la giustizia”, come Gesù stesso ha rivelato domenica scorsa, vuol dire: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere” (Mt 25,35s). Quanto alle Vie da ricordare, sappiamo dall’apostolo Paolo che si riducono tutte ad una sola: “...e io vi mostrerò una via migliore di tutte….ma di tutte la più grande è l’amore!” (1Cor 12,31; 13,13). Facendosi eco di questo grido, Santa Teresa di Gesù Bambinomolti secoli dopo scrive: “Compresi che l’Amore racchiude tutte le vocazioni, che l’Amore è tutto, che abbraccia tutti i tempi e tutti i luoghi, in una parola: che l’Amore è eterno!” (Teresa di Gesù Bambino, Storia di un’anima, manoscritto B). Noi invochiamo questa presenza del Signore in mezzo a noi, la cantiamo durante la liturgia, accogliamolo veramente Dio che si fa bambino. Teniamo aricata quella molla dell'amore, come usa fare una madre col proprio figlio, come Dio stesso ha rivelato: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il frutto del suo seno? Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse, io non ti dimenticherò mai” (Is 49,15).
Colui che veglia in questo modo concreto, tiene – per così dire – “caricata” la molla della Gioia insita nell’amore, e così permette alla Sorpresa in arrivo di sprigionarla subito nel suo cuore. Dice infatti: “Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte al canto del gallo o al mattino; fate in modo che giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati” (Mc 13,35-36).
Non a caso Marco indica qui quattro precisi momenti, mometi che riscontriamo nuovaente nelle pagine del vangelo: essi hanno tutti a che fare con la Gioia dell’incontro con Gesù:
- “Alla sera”: la gioia dei discepoli di Emmaus: “Resta con noi perché si fa sera”.
- “A mezzanotte”: le “vergini stolte” che per accidia “non presero con sé olio” e furono escluse dal banchetto nuziale privandosi così della gioia dello Sposo;
- “Al canto del gallo”: Pietro, al quale Gesù restituì la gioia perduta nel tradimento con il perdono;
- “Al mattino”: il “big-bang” del mattino di Pasqua, quando la Gioia della Vita del Risorto ha avvolto per sempre il mondo intero.
L’Avvento è di per sé un tempo di Gioia, gioia pre-natalizia, ma solo chi imita l’atteggiamento profondo di Maria nei confronti della Parola ne farà esperienza, un’esperienza “reale” come per una mistica gravidanza dell’anima.
Buon Avvento... buona attesa a tutti nella preghiera vigilante!





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