martedì 9 dicembre 2008

ANDARE A GESU'

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò (vedi Mt 11,28-30). E' una parola ristoratrice e consolante quella di oggi. Ma per molti questa parola dice poco perché pensano alla loro situazione economica, familiare. Eppure, rimane uno spiraglio di luce che da forza, anche se quello che offre Gesù è un nuovo giogo, un nuovo fardello. Il Principe della pace vuole alleviare i nostri pesi, se siamo disposti a lasciarli ai suoi piedi... e allora corriamo a Lui!
Ma dietro questa Parola che rimane velata e che attende qualcuno che la sveli nel scoprire la sua forza risanante, si apre il mistero del Natale: "venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi". Si, noi possiamo andare a Gesù perché Egli per primo è venuto a noi: "Il Verbo si fece carne e venne ad abitare fra noi", così canta San Giovanni nel suo vangelo. Dio si è messo alla nostra portata: perché noi diventassimo forti, la sua fortezza si è fatta debole, perché diventassimo divini, la sua divinità si è fatta mortale. Sant'Agostino esprime questa verità con parole sublimi: "Se dunque Verbo significa Dio e carne significa uomo, che cosa significa: il Verbo si è fatto carne se non «Colui che era Dio si è fatto uomo»? e perciò colui che era Figlio di Dio è divenuto figlio dell'uomo assumendo ciò che era inferiore, non mutando ciò che era superiore; prendendo ciò che non era, non perdendo ciò che era" (Sermone 186).
È questo il Dio che celebriamo nel Natale!
Se nelle nostre case abbiamo preparato il presepe, fermiamoci davanti ad esso portando la mente in quella nullità della stalla. Se lo stiamo facendo pensiamo a questo Dio che si fa uomo nella poverà più assoluta. Se non stiamo facendo nè uno e nè altro allora lascia che lo Spirito del Signore ti incontri perché anche tu possa contemplare il misterodi un Amore Assoluto, dell'Amore di un Dio-Amore!
Allora possiamo pregare anche con queste parole: Noi veniamo a te, Signore, stanchi e oppressi, perché solo tu sai dare sollievo e libertà, e ci mettiamo alla tua scuola, per diventare miti e umili di cuore. Marana tha, vieni Signore Gesù!