domenica 21 dicembre 2008

CANTARE E DANZARE AL SIGNORE

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Ci avviciniamo sempre più al Natale e la liturgia cambia sempre più il suo linguaggio. In questa feria del 22 dicembre l'Antifona di ingresso alla Messa inizia così: Sollevate, o porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche: deve entrare il Re della gloria (Sal 24,7).
Il Vangelo di quest'oggi ci fa esplodere nel magnificare il Signore con Maria (vedi Lc 1,46-55). Maria inizia proclamando il cambiamento che avviene nella sua vita sotto lo sguardo amoroso di Dio, pieno di misericordia. Per questo, canta e danza felice: "Esulto di gioia in Dio mio Salvatore". Nel Vangelo è l'unica preghiera che troviamo detta da Maria che non è altro che un lungo grazie al Signore.
E' una preghiera che coinvolge anche noi, perché anche noi chiamati a "magnificare" il Signore, in particolare per l'imminente Natale.
Cosa significa "magnificare"? Significa letteralmente "fare grande". Maria non fa altro che celebrare la grandezza di Dio. Infatti, lo celebra, perché il Figlio che sta per nascere dal suo grembo è solo frutto della grande, infinita potenza del Signore. Maria gioisce, esplode di gioia, la sua gioia dilaga contagia, canta, danza, grida, abbraccia Elisabetta e guarda verso il Dio della promessa.
La Parola di oggi ci dice che il primo modo di rendere grazie a Dio è proprio riconoscerne la grandezza, avendo un'idea grande di Lui e danzando per Lui. Oggi, invece non è che abbiamo grandi di idee su Dio, anzi appena qualcos ci va storto subito ce la prendiamo con Lui e quello che stupisce che anche gli atei, che sono senza Dio, se la prendono con Lui. Che mondo sconvolto! A volte, chi dice di credere, in realtà nel suo modo di pensare e di pregare, si rivolge ad un idolo: un Dio da "gettonare" per piccoli, meschini interessi; un Dio vendicativo o bonaccione, un padreterno "inscatolato" dentro i nostri schemi umani.
Riflettiamo bene nella nostra vita. Oltre ad accendere le luci per strada, per casa, nel presepe, nell'albero, accendiamo la luce nel cuore e lasciamoci aiutare dalla Vergine Maria, per essere anche noi, come Lei penetrati dallo Spirito Santo. Alla sua luce chiediamoci personalmente: l'idea che ho di Dio attinge alla sua grandezza che è l'infinito del suo essere Amore? E il mio rivolgermi a Lui è anzitutto "aerato" dal soffio-bisogno impellente di ringraziarlo e di gioire del suo essere onnipotente e grande soprattutto nella misericordia?
Facciamo nostro più che mai il magnificat di Maria. Ognuno di noi, infatti, magnifica il Signore nella misura in cui cede posto alla Sua altezza, abbassandosi.


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