giovedì 4 dicembre 2008

DALLA MISERIA A TE GRIDO SIGNORE!

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


La Parola di Dio si incontra sempre nella miseria umana (vedi Mt 9,27-31). Gesù non si tira indietro, non si nasconde. Accoglie le persone e nella sua accoglienza piena di tenerezza rivela l'amore di Dio.
Nella Parola di quest'oggi sentiamo un urlo che sperimenta il bisogno di salvezza, di speranza che coincide anche con la "distruzione" dei malvagi, o piuttosto con la sconfitta e l'abolizione del male. Ma spesso i nostri occhi rimangono tali per via della nostra superbia che è la peggiore schiavitù... "Hanno gli occhi – dice il salmo - e non vedono" (Sal 134.16). Questo è il peggio: Essere cieco e presumere di vedere è un grande guaio!
Quante volte siamo in questa situazione continuando ad agitarci come le onde del mare, ma il nostro mare è di tenebre dove la nostra vita vi affonda senza che ce ne accorgiamo. Forse saremo quei due ciechi che urlano: "Figlio di Davide, abbi pietà di noi". Magari lo fossimo! Perché in questo caso Gesù ci ridarebbe la vista. Ma c'è qualcosa di particolare e importante nel brano che bisogna sapere, lo anticipiamo con questa domanda: a che punto sta la nostra fede?
Quello che colpisce è un particolare molto importante: Gesù, prima di guarire, chiede loro: "Credete voi che io possa fare questo?". Cioè li interpella circa la fede. Solo alla loro risposta affermativa tocca loro gli occhi e aggiunge un'altra parola rivelativa anche a noi circa il "viadotto" attraverso cui può giungere l'energia sanante di Dio. Dice dunque Gesù: "Sia fatto a voi secondo la vostra fede".
Il Signore che attendiamo è colui che ci viene a liberare dalle nostre tenebre, chiede però da parte nostra quell'apertura di cuore di cui solo gli umili, i semplici, i distaccati sono capaci. Dice ancora Isaia: "Gli umili si rallegrino nel Signore, i più poveri gioiscano nel Santo d'Israele". Tempo di Avvento significa dunque lasciarsi catapultare dalla Parola da posizioni di orgoglio in serena e docile apertura di umiltà.
Oggi nell'Ordine Carmelitano si ricorda il beato Bartolomeo Fanti. Insieme a lui, vogliamo pregare il Signore con queste parole: Tu sei mia Luce e mia Salvezza, Gesù! Vieni dunque ancora nelle mie tenebre perché la notte del mio orgoglio e delle mie paure si trasformi nel giorno radioso della mia umile semplice e gioiosa fiducia in Te.