sabato 27 dicembre 2008

SANTA FAMIGLIA DI NAZARET

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!



Prima domenica dopo Natale, la festa dei Santi Innocenti cede il posto a quello della Santa Famiglia. Ci ritroviamo ancora una volta attorno alla Famiglia di Nazaret per assumerla come modello di vita, di vita familiare, fissiamo lo sguardo su Gesù, Maria e Giuseppe, e adoriamo il mistero di un Dio che ha voluto nascere da una donna, ed entrare in questo mondo per la via comune a tutta l'umanità.
Celebrare questa festa in un tempo di profonda crisi di identità delle famiglie italiane, con separazioni, divorzi e convivenze di ogni genere, è proporre all’attenzione delle nostre famiglie questa singolare, speciale ed unica famiglia, nel vero senso del termine, significa dare slancio all’azione missionaria ed apostolica oltre che pastorale proprio nel campo familiare, quello che più necessita di impegno costante e punti forza essenziali per recuperare la famiglia cristiana.
La ricchezza della parola di di Dio di questa domenica post-natalizia ci aiuta ad entrare nel mistero della famiglia di Nazaret ed attingere da essa il necessario sostegno morale e spirituale per continuare ad andare avanti nelle nostre famiglie, segnate da tante sofferenze, difficoltà ed emergenze.
Celebrare la Famiglia è celebare l'amore di Dio. Nella Liturdia della Parola quest'amore di Dio lo riscontriamo nell'azione dello Spirito Santo. Attraverso i persoaggi e i vari movimenti che la Parola ci fa osservare noi possiamo cogliere un'attesa vigilante dell'amore. E' solo l'amore ce s attendere, che sa vigilare. Anche in Simeone e Anna abbiamo l'azione dello Spirito Santo, quell'azione piena d'amore che ha portato queste due persone ad attendere con vigilante amore la venuta del Signore.
Ciò è un insegnamento. E' attraverso l'azione dello Spirito Santo che Simeone e Anna riconoscono la presenza divina, riconoscono in Gesù il vero ed atteso salvatore e sono felici di questa grazia concessa dal Signore. Ma in questa celebrazione non c'è solo gioia, ma anche dolore. Nella profezia di Simeone vi è racchiusa la sofferenza che dovrà vivere Gesù, ma anche Maria e Giuseppe. Il modello di Nazareth spinge a cercare il criterio del successo della vita familiare nell'esercizio dell'amore, nel continuo superamento del proprio egoismo. Un amore che ben conosce il sacrificio personale, la spada che ti trapassa l'anima. La profezia di Anna su Maria si avvererà sotto la croce, dove Maria, pietrificata, stava, in piedi, a nome di tutta l'umanità.
Andiamo oggi spiritualmente a Nazareth "qui comprendiamo il modo di vivere in famiglia. Nazareth ci ricordi cos'è la famiglia, cos'è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro ed inviolabile; ci faccia vedere come è dolce e insostituibile l'educazione in famiglia, ci insegni la sua funzione naturale nell'ordine sociale" (Paolo VI).


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