martedì 23 dicembre 2008

UNA SALVEZZA POTENTE

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Giunti al termine del periodo di avvento, pregustiamo la gioia della Sua nascita. Forse il 24 dicembre per molti non sarà un giorno celebrativo, magari perché aspettano la mezzanotte per andare in chiesa, oppure per i vari problemi che si possono riscontrare in una famiglia.
Il vangelo di quest'oggi, ultimo giorno della novena di Natale, è il continuo di ieri. Zaccaria finalmente esulta in Dio (vedi Lc 1,67-79).
Il suo cantico è pervaso dall’ispirazione potente dello Spirito Santo che rende il sacerdote dell’Antica Alleanza consapevole di avere in Giovanni il precursore di Colui che opererà l’assoluta novità in Israele e una salvezza così potente da essere estesa a tutti i popoli e a tutti i tempi, anche a questi nostri giorni.
In questa vigilia di Natale penso che sia importante penetrare il senso tanto consolante dell’espressione: “salvezza potente”.
Sono appena rientrato in convento e fuori ho riscontrato molta delusione, stanchezza, malattia, per non parlare del problema economico. In questo contesto, dove la vita umana sembra più regredire che progedire (anche se in certi campi si son fatti passi da giganti per migliorare), viene facile chiedersi: in questo contesto si può benedire ed esultare in Dio? Sì, penso proprio di sì. Ognuno, come Zaccaria, deve prendere atto della propria vita e benedire Dio assumendo anche la responsabilità di una società che va in degrado e farsi promotori e collaboratori per dare un volto più umano.
Non ci scoraggiamo. Come Zaccaria alla fine della sua lunga e tribolata vita, anche chi vive nella tristezza, nella malattia, nella solitudine, nella povertà aspetta di vedere una salvezza. Innalzate allora lo sguardo al grande progetto di Dio, al grande sogno, che forse non ha visto realizzare e fiorire la nostra vita, ma che – certamente – la nostra vita può attraversare.
Zaccaria parla: le sue parole sono benedizione e lode, sono stupore e meraviglia dinnanzi alla volontà salvifica e prodigiosa di Dio. Il grande silenzio di Zaccaria ha dato "colore" alla sua voce, ha spalancato la sua mente, ora vede, ora capisce, ora legge nelle pieghe della storia una storia alternativa che si sta svolgendo sotto i suoi occhi.
In questa vigilia di Natale, nella nostra pausa orante, forse penseremo che sarà un Natale povero, diverso è un pensiero che dovrebbe farci esultare ugualmente perché Natale non significa spendere e spandere. Dare allora una letizia che dia colore al nostro stare insieme è significativa a Natale, ma la gioia di fondo è lasciarsi coinvolgere dal mistero di una salvezza potente che è Gesù, il Verbo incarnato.
Gesù che ti sei fatto bambino per salvarmi, salvami oggi da tutto quello che mi impedisce di amare. Che io “rinasca” con te a una vita di amore.




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