sabato 24 gennaio 2009

CONVERSIONE DI SAN PAOLO

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Siamo a conclusione della settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. Abbiamo accompagnato questi giorni con una preghiera particolare ricavata dai testi che ci hanno offerto per i nostri momenti di preghiera. Come è consuetudine, questa settimana si chiude con la conversione di san Paolo e la chiesa ci concede di celebrarne la festa.
Siamo nell'anno Paolino e guardiamo a Paolo, il gigante della fede, per alcuni l'"inventore" del cristianesimo, sicuramente colui che ha fatto uscire i discepoli del Rabbì di Nazareth dalla piccola cerchia di Gerusalemme per spingerli fino ai confini del mondo. E' l'unico santo che nella liturgia ricordiamo la sua conversione, elemento talmente fondamentale nella primitiva comunità cristiana da essere ricordato con una festa specifica.
Quest'uomo di fede - bisogna dire così - perché san Paolo non passa dall'incredulità alla fede, non era un pagano, non è un pagano convertito, no, di più: è un credente assoluto; il problema di Paolo è proprio l'eccessivo zelo, una fede così granitica da farlo accecare e percepire la violenza come modo di riportare a verità questa piccola insignificante setta giudaica; del resto Gesù ha avuto problemi più con uomini religiosi che con i non credenti. Paolo è colto, preparato, ha un forte spessore interiore, una salda vita di fede, questo è davvero sconcertante.
Insomma Saulo ci assomiglia, e tanto: come noi è credente, come noi non ha mai conosciuto Gesù, come noi dovrà ricuperare la vista attraverso l'intervento di un inadeguatissimo Anania che emerge dal racconto della conversione come l'immagine fragile e pavida della prima comunità; eppure Gesù ha bisogno di Saulo, identificandosi con la sua comunità ("perché mi perseguiti?" ma quando mai! Paolo perseguita i cristiani) lo fa cadere dalle sue presunte certezze sulla via di Damasco, strada che lo stava conducendo alla violenza. E' il cammino del viandante dove percorre la strada che si fa simbolo della vita. Infatti strada e vita sono strettamente legate, in quanto la vita è narrata dalla strada. Ora la qualità della vita dipende dal tuo camminare e la tua strada può essere luminosa. E' un viaggio dentro di se che si trasforma in viaggio verso l'altro con gli occhi di Cristo.
Paolo rimane cieco in questo viaggio dentro di sè, ma dovrà attraversare il deserto per poter vedere con occhi nuovi, con gli occhi di Cristo. Nessuno è perduto, agli occhi di Dio: egli può davvero far diventare apostolo un feroce assassino.
Festeggiare la conversione di Saulo, allora, significa anelare alla nostra conversione, lasciare che la Parola perfori i nostri cuori induriti.

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Preghiamo ancora una volta per l'unità dei cristiani, usando la seguente preghiera:
O Dio ricco di grazia, Tu sei sempre con noi, anche in mezzo alle sofferenze e alle fatiche, e sarà così fino alla fine dei tempi. Aiutaci ad essere un popolo profondamente permeato di speranza, che viva le beatitudini e serva l’unità che Tu desideri. Amen.