venerdì 2 gennaio 2009

E' LUI CHE CI HA AMATO PER PRIMO!

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Gesù compare qui per la prima volta nel vangelo di Giovanni, e sta andando verso Giovanni Battista e il Battista lo vede arrivare (vedi Gv 1,29-34).
In effetti, prima che siamo noi ad andare verso Gesù, è lui che viene verso di noi. E lui che avanza e scende nella nostra vicenda umana. E' lui che si scomoda, che si mette in strada, che vuole incontrarci. Natale è aprirsi a questa notizia: lasciarsi incontrare da Dio. E' sempre Lui.
Fermiamoci un attimo a pensare e scopriremo, anche attraverso i passi biblici, che è Lui che per primo si muove verso di noi ed appare diverso da come noi lo vorremmo. Noi pensiamo sempre che Gesù deve essere ad immagine e somiglianza nostra, che deve fare quelle cose che gli chiediamo nella preghiera e poi magari andiamo dicendo che perdiamo la fede se la nostra richiesta non è esaudita. Dio non è il Sindaco e tantomeno il Presidente del Consiglio. Dio è altro, molto altro da noi e certamente non scende a compromessi. E' sempre Lui che ci viene a cercare e non è mai assente dalla nostra vita ma, spesse volte, è l'uomo che latita, che non si lascia trovare, come Adamo nel Paradiso: "Adamo, dove sei?" (Gn 3,9).
Anche Giovanni dice: "Io non lo conoscevo". Ma, illuminato dallo Spirito, appena lo vede vicino dice: "Ecco l'agnello di Dio". Il Battista contempla in quell'uomo che ha davanti colui che salverà tanti, che si addosserà il pec­cato del mondo, che porrà fine ai legami antichi e violenti che rendono schiavi uomini e donne. Colui che libererà tutti dalla radicata logica del peccato, colui che farà precipitare le poten­ze cattive di questo mondo liberando chi soffre a causa della tirannia del male. E non aggiunge altro. Quell' "Ecco..." si ripeterà nuovamente, ma questa volta sarà Pilato a dire: "Ecco l'uo­mo". Davvero questo salvatore è un agnello indifeso; non è un sapiente con un grande seguito. E' il Figlio di Dio, ma è come un agnello. Un agnello, per di più, condotto al ma­cello. Eppure in quell'uomo, nella sua parola, nei suoi gesti, nel suo cuore, è racchiusa la realtà della nostra salvezza: e un uomo che non è vissuto per se stesso, fino al punto di dare la propria vita per gli altri.
Ecco, quest'Uomo continua a cercarci. Dio ci cerca, ci viene incontro: ci lasceremo trovare?
Anche Giovanni Battista incontra Gesù, lo riconosce. Non è una cosa immediata, ma un passaggio di tre giorni, un cammino che lui stesso compie. Ma la conclusione è bellissima: ha fatto esperienza della fede. Ora che ha visto gli rende testimonianza. Cos'è dunque la fede? Credere in qualcosa? Comportarsi in un qualche modo? No! La fede è anzitutto fare esperienza di Dio. Natale ci ricorda che la fede è un cammino di accoglienza, un rendere testimonianza.
Anche sei il Natale lo stiamo chiudendo liturgicamente, la nostra vita continua. Lasciamoci ugualmente incontrare da Dio e rendergli testimonianza.
Oggi Giovanni Battista ci indica Dio presente nel mondo, Signore, che viene incontro a noi. Sia la nostra preghiera un far nascere Cristo Gesù nei nostri cuori per rendergli testimonianza.