giovedì 15 gennaio 2009

IL PECCATO: PARALISI DELL'AMORE

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!



Il Vangelo di quest'oggi ci dice che nel profondo di ogni uomo esiste un bisogno radicale di Dio, di comunione con lui, di essere perdonato e guarito (vedi Mc 2,1-12).
Ci troviamo a Cafarnao. Gesù si trova all'interno di una casa e molte persone sono accorse a Lui per la sua fama desiderose, di ascoltare la sua Parola. Marco annota che vi sono "seduti là" alcuni scribi. La loro presenza è di osservatori, ambigui, pronti ad aprire diatribe varie.
In questo luogo arrivano anche un paralitico adagiato su una barella e quattro amici che lo portano. Gesù è la loro unica speranza. Non dubitano a salire sul tetto e togliere le tegole.
Deve essere stata una casa povera, fango coperto di foglie. Calano l’uomo, davanti a Gesù. Gesù, vedendo la loro fede, dice al paralitico: I tuoi peccati ti sono perdonati. In quel tempo, la gente pensava che i difetti fisici (paralitico) fossero un castigo di Dio per qualche peccato commesso. I dottori insegnavano che la persona rimaneva impura e quindi incapace di avvicinarsi a Dio. Per questo i malati, i poveri, i paralitici, si sentivano rifiutati da Dio! Ma Gesù non pensava così. Quella fede così grande, era un segno evidente del fatto che il paralitico era accolto da Dio. Per questo, lui dichiara: “I tuoi peccati ti sono perdonati!” Con questa affermazione Gesù nega che la paralisi fosse un castigo dovuta al peccato dell’uomo.
Gesù rimettendo i peccati contesta questa semplificazione restituendo al paralitivo dignità. Stupore da parte di tutti, specialmente da parte dei benpensanti: Dio solo può perdonare! Verissimo, infatti Gesù è Dio! Ma il peccato cari scribi e farisei di oggi, è la paralisi dell'amore.
L'agire di Gesù appare come un segno visibile della presenza di Dio che salva, che ci ridona dignità, amore. Egli non è soltanto uno che diagnostica il male: ha il potere personale di liberare l'uomo dal male. E, se qualcuno, come gli scribi, lo mette in dubbio, egli sa dimostrarlo coi fatti. Gesù non è uno dei tanti saggi che comunica il sapere; la sua parola è azione creatrice: il malato diventa sano, il peccatore giusto.
Il vangelo è la buona notizia che Dio non è né la coscienza né la legge, ed è più grande del nostro cuore (1Gv 3,20). Egli è puro amore e grazia, e si prende cura del nostro male e della nostra morte. Invece di escluderci, ci tocca come ha toccato il lebbroso; invece di condannarci, ci perdona come ha perdonato il paralitico. Così ci guarisce da ciò che ci impedisce di camminare per la via del bene e della vita.
Illuminaci col tuo Spirito, Signore; poiché il peccato ci fa del male, rendici adulti e responsabili per affidarci a te che – solo – puoi liberarci dalla paralisi interiore, Dio che doni il perdono!