domenica 8 marzo 2009

MISERICORDIOSI COME IL PADRE

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Nel cammino quaresimale sono molti i passi evangelici proposti che ci portano dentro noi stessi per scoprivi le zone d'ombra.
I versetti odierni di Luca interpellano la nostra coscienza su temi cardine della vita di fede: misericordia, perdono, gratuità (vedi Lc 6,36-38)
. Gesù ci chiama di nuovo ad imitare il Padre celeste con l’essere misericordiosi. La misericordia nasce da un cuore "frantumato", "liquefatto", che conosce le sue miserie, che non si sente migliore di altri, che non punta il dito, pensando di essere infallibile.
Questa insistenza è dolcissima, poiché noi tutti abbiamo esperienza della nostra miseria e attraverso questa esperienza possiamo capire cosa sia la misericordia. Ma è anche rigorosissima. Infatti, nonostante l'evidenza ogni giorno ci richiami la nostra debolezza, ci scopriamo spesso duri di cuore, incapaci di aprire gli occhi per metterci nei panni dell'altro, per capirne le difficoltà, le paure. Pronunciamo parole senza speranza, condanniamo senza appello. Eppure è la misericordia che Cristo ci chiede. E il perdono è il volto più bello della misericordia. Istintivamente lo condizioniamo: se l'altro si pente allora posso concederlo, dall'alto della mia magnanimità. Ma Cristo ci ha chiesto un perdono che non aspetta la richiesta, ma si dona senza "se" e senza "ma". È questo il perdono che guarisce, che rigenera i cuori. È un bene offerto nella gratuità, che tocca misteriosamente l'intimo della persona, che crea un'atmosfera di "redenzione" e favorisce a sua volta il pentimento.
Questa misericoridia che ci viene offerta si fa anche dono per l'altro. Infatti, Dio ci ama al punto di mettere nelle nostre mani la “misura” stessa di cui egli si serve per elargire il suo amore. Ma egli vuole che noi ce ne serviamo come lui, per dare senza misura.
Tanti hanno bisogno di sperimentarlo in chi li avvicina per trovare la forza di cambiare, di migliorarsi. Se viviamo da perdonati, e lo siamo in Cristo, allora non possiamo non perdonare, se viviamo come non condannati, non possiamo condannare. Se doniamo allora ci sarà dato in abbondanza, perché il nostro cuore allargato potrà contenere il dono stesso di Dio, la sua vita.
Preghiamo così: Signore, abbi pietà di me. Donami di comprendere che tu per primo mi hai perdonato, perché io abbia la forza di perdonare a mia volta, di non giudicare e di non condannare.