lunedì 30 marzo 2009

NEL SEGNO DELLA CROCE

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


In questi giorni stiamo leggendo il Vangelo di Giovanni. Sappiamo che per sua natura, il testo giovanneo è teologico, profondo nella sua esposizione, ma a volte sembra ermetico. Ma questo non possiamo affermarlo in quanto la Parola è per sua natura Rivelazione. Cosa vorrà dirci la Parola di oggi?
Se il Vangelo di ieri ci presentava Gesù come misericordioso, oggi, parlando con i farisei, egli non teme di metterli davanti al loro errore, per colpa del quale rischiano la morte. I farisei, duri di cuore, non comprendono il discorso di Gesù, tanto da pensare che Egli voglia uccidersi (vedi Gv 8,21-30).
Notiamo che il Vangelo gioca tutto su due piani: "quaggiù" e "lassù". C'è una distinzione netta tra chi sceglie il mondo, inteso come peccato, e chi sceglie Dio, tra chi pensa alle cose di quaggiù e chi pensa alle cose di lassù. Le parole di Gesù appaiono veramente forti. Gesù proclama la sua Divinità. I suoi interlocutori, i farisei, capiscono bene ciò; infatti hanno si presente che così Dio si rivela a Mosè nel roveto ardente. In questa dichiarazione di Gesù vi è però una novità importante. Egli si dichiara Dio e manifesta la divinità nel proclamarsi come il Figlio che compie le opere del Padre. E' arrivato il momento di far capire che Dio si rivela all'uomo tramite l'umanità di Gesù e si rivela nel suo profondo mistero trinitario.
Per farlo capire bene, Gesù da' l'unica speranza, quella della Croce: "Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo allora saprete che IO SONO". Questo passo ci ricorda Mosè, quando davanti al Roveto Ardente aveva detto a Dio: Ma se mi chiederanno il tuo nome, che nome dirò loro? E Dio aveva risposto: "Io Sono colui che Sono". Quel IO SONO significa che Dio è presente quando soffriamo, quando gioiamo, quando stiamo in ansia per qualcosa, quando preghiamo e quando siamo lontani... IO SONO. Il mistero della croce allora è per tutti, la croce è "scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani" (1Cor 1,23-24), è l'unica strada di salvezza.
Anche per noi è importante questa rivelazione di Gesù, ci apre il cuore e ci rende possibile accoglierlo nella completezza del suo messaggio. Nel manifestarsi come Dio, Egli invita a credere in Lui per la salvezza.
Qui lo vediamo rivolto ai farisei del tempo. Gesù però si sta rivolgendo a tutti noi con una esortazione di grande consolazione. Credere in Gesù non significa soltanto capire come scrutare le Sacre Scritture a livello intellettuale ma leggerle come mezzo della nostra salvezza. Significa affidarsi alla salvezza e redenzione di Dio e scoprire quindi in Gesù il Dio che è diventato nostro fratello. Il Dio che ama senza misura e che è presente nel nostro cammino come lampada che brilla in un luogo oscuro. E' la manifestazione dell'amore del Padre che ci ama come figli e il Dio Amore che infonde in noi il suo Spirito di amore, perché anche noi possiamo amarci come ci ha amati Lui.
Ancora oggi Gesù ripete quel IO SONO: quando lo avremo rifiutato, calunniato, offeso...Tutte le volte che innalziamo Gesù sulla Croce, oltraggiando la verità, l'amore, la giustizia, il fratello, lui ci dirà: IO SONO. Io sono presente in questo oltraggio, in questa verità che calunni, nell'amore non dato, nella giustizia non compiuta...
"A queste parole - termina il Vangelo - molti credettero in Lui..." e Tu che cosa fai?