mercoledì 18 marzo 2009

SEGNO DELL'AMORE DEL PADRE

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


I testi della liturgia ci invitano a contemplare la figura di Giuseppe, uomo giusto, sposo della Vergine Maria, custode del Verbo Incarnato, fiduciario del grande mistero della salvezza.
Come Maria, anche Giuseppe ha creduto alla parola del Signore e ne è diventato partecipe. Come Maria ha creduto che questo progetto divino si sarebbe realizzato grazie alla loro disponibilità. E così è avvenuto: l'eterno Figlio di Dio si è fatto uomo nel seno della Vergine Madre.
Il brano del vangelo di oggi è tratto dal primo capitolo del vangelo di Matteo che fa parte della sezione riguardante il concepimento, la nascita e l'infanzia di Gesù (vedi Mt 1,16.18-21.24a). La sua figura si staglia alle nostre coscienze perché possiamo comprendere, seguendo il suo cuore, la profondità dell'amore di Dio. Le scelte di Dio infatti sono imperscrutabili alla nostra intelligenza. Dio guarda al cuore e non all'apparenza.
Giuseppe, secondo la genealogia descritta da Matteo, è inserito in un momento particolare della storia della salvezza e leggendola con attenzione, possiamo cogliere che il suo punto di arrivo è Gesù "detto il Cristo" (1,18). Perciò Matteo aggiunge al racconto della genealogia e del concepimento di Gesù la profezia di Isaia: «Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi» (Mt 1,21-23 e Is 7,14). Infatti, il centro di tutto il racconto è la persona di Gesù alla quale si costeggiano tutti gli eventi e le persone menzionate nel racconto.
Giuseppe, testimone privilegiato dell'amore fedele di Dio, povero in spirito che attraverso la rinunzia ad una normale paternità dà casa al Figlio di Dio, giusto che in piena letizia canta con l'assemblea liturgica odierna: "Tu sei fedele, Signore, alle tue promesse" (salmo responsoriale), oppure, come dice l'antifona di ingresso alla Messa: "Ecco il servo saggio e fedele, che il Signore ha posto a capo della sua famiglia" (cfr Lc 12,42).
Egli, servo fedele e saggio, ha accolto con obbediente docilità la volontà del Signore, che gli ha affidato la "sua" famiglia sulla terra, perché la curasse con quotidiana dedizione.
Questa parola ci chiama a superare l'impressione di una storia che procede a caso e senza un progetto, sotto la spinta dei potenti di turno, per rinnovare la fiducia nella fedeltà di Dio; ci chiama a scrutare la storia per scoprire in essa le "orme invisibili" all'occhio umano (cf. Sal 77,20) di un Dio che passa e salva.
San Giuseppe è per noi guida ispiratrice per affidare la nostra vita al Signore. È modello di santità che insegna la vera giustizia. È un Santo che parla continuamente ai nostri cuori, anche in una società dove sembrano smarriti i valori di paternità e responsabilità. Parla ai padri per insegnare il rispetto e l'accoglienza, parla ai figli per inculcare loro l'obbedienza.
Oggi, nella preghiera, apriamo gli occhi del cuore sulla silenziosa e pacificata figura di S. Giuseppe. Facciamo in modo che lui diventi il nostro intercessore pregando così: O S.Giuseppe insegnami a credere e a fidarmi pienamente di Dio; dammi la tua generosità e il tuo amore libero da pretese egoistiche. Aiutami a entrare, con semplicità e abbandono, nel disegno di Dio sulla mia vita affinché diventi segno dell'amore del Padre.