lunedì 16 marzo 2009

TOGLIAMO LE NOSTRE COPERTURE DI PLASTICA

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il vangelo di oggi ci invita a perdonare come noi siamo perdonati da Dio (vedi Mt 18,21-35). L'evangelista Matteo ci ricorda oggi il nostro impegno o missione cristiana che è quella di seguire le orme o i passi del nostro Grande Maestro Gesù Cristo, Gesù incarna in sé il sacramento del perdono.
La parabola evangelica manifesta l'enorme differenza tra il perdono di Dio verso di noi e il nostro perdono verso il fratello. I nostri limiti umani tante volte rendono difficile l’accoglienza dei fratelli e l’esercizio della carità nei loro confronti. Per superare queste situazioni c’è un rimedio evangelico infallibile: il perdono. Non è facile perdonare, perché certi magoni continuano a bruciare il cuore. Ci sono persone che dicono: "Perdono, ma non dimentico!" Rancore, tensioni, opinioni diverse, affronti, offese, provocazioni, tutto questo rende difficile il perdono e la riconciliazione. Il nostro perdono deve essere instancabile, ed è forse questo che ci costa di più. Molto spesso, riusciamo a mala pena a perdonare nostro fratello o nostra sorella, facendo peraltro capire che non deve però farlo un’altra volta. Ci risulta molto difficile perdonare sempre di nuovo, come se fosse la prima volta; ci risulta molto difficile avere abbastanza pazienza e abbastanza amore per guardare sempre con la stessa fiducia quella persona a cui bisogna perdonare due volte, dieci volte, mille volte una stessa cosa. Il nostro cuore è fatto così: noi poniamo sempre limiti al nostro amore, così come fece Pietro: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». Ma Gesù come a Pietro risponde ancora oggi così: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette".
L'espressione "settanta volte sette" è un semitismo per dire "sempre". Il perdono che propone Gesù non è questione di poche o di molte volte, si dovrà perdonare sempre; altro che la magnanimità di Pietro!
Sì, nello stile del cristiano il perdono è una realtà che totalizza tutta l'esistenza. Non ne puoi fare a meno. Il perdono è come il raggio sole di sole che illumina la vita e riscalda il cuore. O se raggiunge il tuo orto o il tuo giardino, tutto ne è vivificato. A meno che da qualche parte ci siano grosse coperture di plastica o d'altro che sottraggono il suolo alla sua azione salutare.
Anche nella nostra vita abbiamo le "coperture di plastica" che ci toglie la gioia del perdono. Nella logica del Vangelo perdonare significa dimenticare, non si tratta di memoria, ma di cuore, - e dimenticare significa amare di più il fratello accogliendolo pienamente e comportandosi con lui come se nulla fosse accaduto, cioè senza lasciarci condizionare dal male ricevuto. Perdonare significa “ricordarsi per dimenticare” come dice il profeta Isaia: “io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato”.
Allora il perdono è un conservare la possibilità di rapporti aperti verso coloro che hanno chiuso con noi, perché ci hanno fatto del male. In questo senso, perdonare si traduce in imitazione di Dio. La nostra attenzione deve riferirsi solamente al nostro rapporto con Dio. La misericordia senza misura del Padre, che in Cristo ci ha donato tutto e tutto ancora ci donerà, sollecita ora e maturerà nel tempo, la nostra misericordia, la nostra condiscendenza verso chi ci ha osato tanto.
Preghiamo così: Signore Gesù, in questo cammino quaresimale, purifica il mio cuore e abilitalo al perdono facile, mentre lo tieni immerso nella profonda persuasione che tu, per primo, intendi perdonarmi.