mercoledì 8 aprile 2009

GIOVEDI SANTO (MESSA IN CENA DOMINI)

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Iniziamo oggi il triduo pasquale, il mistero dei tre giorni santi. La Comunità cristiana rivive nella Messa in Cena Domini quanto avvenne durante l’Ultima Cena. E' un anticipo quello che Gesù vuol dare ai suoi discepoli e anche a noi, nel Sacramento del pane e del vino mutati nel suo Corpo e nel suo Sangue, il sacrificio della sua vita, dono definitivo di sé all’umanità. Mentre Gesù spezzava il pane e lo dava ai discepoli, mentre benediceva il calice come segno della nuova alleanza e lo porgeva ai discepoli, mostrava con chiarezza come egli stesso comprendesse la propria morte in croce: come compimento del proprio amore, come donazione per noi.
Come segno del proprio amore Gesù ha lavato i piedi ai suoi discepoli. Qui si ripete quel gesto con cui Egli, avendo amato i suoi, li amò sino alla fine (cfr. Gv 13,1) e lasciò ai discepoli come loro distintivo questo atto di umiltà, l’amore sino alla morte.
Questo rito, compiuto dal sacerdote durante la liturgia, rivela quanto Gesù ha fatto per noi nella sua morte in croce. Si è chinato su di noi, fino nella polvere della morte, e ha lavato e guarito i nostri piedi sporchi e feriti.
Gesù ha voluto lasciarci un segno visibile per mostrarci il suo amore fino alla fine. In ogni eucaristia noi prendiamo parte all'amore di Gesù, che non ha evitato neppure la morte.
Dopo la Messa in Cena Domini, la liturgia invita i fedeli a sostare in adorazione del Santissimo Sacramento, rivivendo l’agonia di Gesù nel Getsemani. E vediamo come i discepoli hanno dormito, lasciando solo il Signore.
Come i discepoli di ieri, anche noi, discepoli di oggi, spesso dormiamo. In questa notte sacra del Getsemani vogliamo essere vigilanti, non vogliamo lasciar solo il Signore in questa ora; così possiamo meglio comprendere questo grande mistero d'amore racchiuso in questo Giovedì Santo.


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