domenica 12 aprile 2009

Lunedì fra l'Ottava di Pasqua

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Siamo nell'ottava di pasqua e in questo primo giorno della settimana che segue la grande festa, è la vita quotidiana della fede che comincia. Una fede che non si accorda spontaneamente alla vita passata. Perché, se quello che noi cantiamo e diciamo a Pasqua è vero, è solamente quando il Cristo risuscitato fa sapere ai suoi che egli resta con loro e per loro fino all’ultimo giorno che tutti gli uomini riscoprono il significato della vita.
Ancora "sentiamo la presenza" della pietra sepolcrale rotolata via. La tomba è vuota. C'è tristezza. Il cuore si è intiepidito perché il Maestro "l'hanno portato via". Poi l'annuncio angelico viene a riscaldare i cuori di chi cerca il Signore. Ma senz'altra convalida che quella della Parola. E le donne si affidano a questa Parola che riscalda il loro cuore e... obbediscono. Senza pensarci due volte, corrono (vedi Mt 28,8-15). Vanno verso gli altri con il loro gioioso segreto. E in questo "andare verso", trovano il Risorto.
Anche le guardie corrono, ma in maniera opposta: essi non sono messaggeri di risurrezione, di gioia. La loro è una fuga da ciò che non vogliono ammettere. Questi sanno che è inutile sigillare e sorvegliare la tomba di Gesù, perché nessuna potenza terrestre può resistere od opporsi all’opera di Dio. Il cuore è chiuso alla Parola che, quindi, per loro non risuona. E il loro andare è un progressivo e inesorabile allontanarsi dalla luce.
I fatti di Pasqua che gli evangelisti hanno vissuto e riassunto nella loro narrazione sono una testimonianza. Testimonianza contestata nella loro epoca, come oggi.
Molte volte si chiedono continuamente a Dio prove per credere. Si vuole "vedere" prima di affidarsi. Si vive chiusi nel proprie pseudo-certezze, ignorando l'angoscia di chi cerca la luce. E sono tanti!
Il Risorto continua a camminare nelle nostre strade. Io, tu, voi, tutti possiamo incontrarlo ancora oggi, ma solo nel movimento dell'"andare verso". Egli continua a fissare i suoi incontri nella Galilea di tutti i giorni. Nella terra del quotidiano più usuale, in quella terra da cui "non può venire nulla di buono". Ebbene, è proprio lì che lo si può incontrare, se il cuore è disponibile all'ascolto e tutto il nostro essere è proteso verso gli altri. Santa Teresa di Calcutta diceva: "Non cercate Gesù in terre lontane: Lui non è là. E' vicino a voi. E' con voi. Basta che teniate il lume acceso e Lo vedrete sempre. Continuate a riempire il lume con piccole gocce d'amore".
Gesù risorto ribalti le pietre dai nostri sepolcri, perchè possiamo andare incontro a Lui come Maria e animati da Lui possiamo riconoscerlo nascosto nei volti dei nostri fratelli e sorelle. La resurrezione di Gesù sia la nostra forza e la nostra pace. Alleluja!