martedì 21 aprile 2009

Mercoledì della II settimana di Pasqua

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il brano che ascoltiamo o leggiamo in questo giorno (vedi Gv 3,16-21) sembra che l’evangelista Giovanni descriva Dio che guarda sempre avanti, verso orizzonti che non ha limiti.
Il brano è collocato alla fine del discorso tra Gesù a Nicodemo. Nel cuore di una notte di colloquio, ci trasmette, con poche espressioni semplici ed essenziali, quella che deve essere stata la commozione del Maestro nel proiettare davanti a sé e al suo interlocutore il film del suo destino.
Dio ha amato il mondo. E non solamente il mondo ebraico, ma tutto il mondo. Il concetto di “mondo”, infatti, nel pensiero giovanneo ingloba l’insieme delle creature.
I vv.16-17 esprimono molto bene il carattere universale della salvezza operata dal Cristo, che trova la sua origine nell'iniziativa misteriosa dell'amore di Dio per gli uomini. Il fatto che il Padre ha mandato a noi il suo Figlio per salvarci è la più alta manifestazione di Dio che è Amore (cfr 1Gv 4,8-16). Questa è la missione di Gesù.
Questo è quanto dice Gesù a Nicodemo e a tutti noi. Gesù crocifisso è il segno inequivocabile dell’amore di Dio per il mondo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia ma abbia la vita eterna”.
Nel donare il Figlio, Dio pensa ad ogni uomo. Cristo crocifisso è la rivelazione dell’amore infinito, misterioso di Dio per gli uomini. La fede che salva è fede nell’amore di Dio rivelato nella croce.
C’è qui un invito a uscire da una religiosità impersonale, superficiale, rituale e a maturare un rapporto personale con il Signore. Non siamo stati salvati in serie, ma amati uno ad uno. Così il dono della salvezza provoca una risposta personale al Signore, una risposta di fede e di amore.
La scelta fondamentale dell'uomo è questa: accettare o rifiutare l'amore del Padre che si è rivelato in Cristo; la sua sorte dipende dalla sua fede o dal suo rifiuto di fronte all’amore che si è rivelato in Gesù. Certo non sempre è facile. La nostra quotidianità si presenta a volte grigia, a volte tragica, a volte molto complicata, nella quale dobbiamo badare a cento cose che ci urgono da ogni parte, la luce di Dio è l’amore. Verso questa luce dobbiamo orientarci se non vogliamo fallire il vero scopo della nostra esistenza.
Proviamo ad entrare nel nostro silenzio e entriamo in punta di piedi per restare in dialogo con l'Amante della vita. Ringraziamolo per il suo amore totale e universale, che ci vuole tutti salvi .