sabato 30 maggio 2009

DOMENICA DI PENTECOSTE

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Siamo arrivati, dopo 9 giorni di preparazione, anche accompagnati dalla Vergine Maria, alla grande Festa di tutta la Chiesa: Domenica di Pentecoste.
La solennità della Pentecoste, almeno per quanti vivono la vita di fede come cammino verso la felicità, è l'immenso Dono dello Spirito Santo, che ispira, sorregge, conforta, si fa forza...
Il centro delle letture non è, come al solito, il vangelo, ma la prima lettura presa dagli Atti degli Apostoli, in cui si racconta l’evento della Pentecoste.
Pentecoste è una parola greca e significa cinquantesimo giorno; si celebra cinquanta giorni dopo Pasqua. Pasqua era anticamente la festa di primavera, Pentecoste l’inizio della raccolta del grano. Per gli ebrei Pasqua ricorda il passaggio del mar Rosso e Pentecoste i comandamenti sul Sinai. Per i cristiani, Pasqua è la resurrezione di Gesù, Pentecoste l’effusione dello spirito. Gesù a Pasqua se ne va al cielo, ma a Pentecoste ritorna sotto un’altra forma: lo Spirito.
Per gli antichi cinquanta era il numero della pienezza di un tempo. A cinquant’anni anni a Roma, si era dispensati dal servizio militare. Per gli ebrei il cinquantesimo anno era l’anno del giubileo, della riflessione, dove uno si fermava per riflettere su quanto c’era stato di corretto e di scorretto nella propria vita. Allora la Pentecoste, i cinquanta giorni, indicano che un tempo è finito. E’ giunto a compimento il tempo del Gesù terreno e delle sue apparizioni e si apre un nuovo tempo: il tempo dell’uomo, della chiesa e dello spirito.
Ma la Pentecoste non è solo questo, Essa esprime la verità che Dio abita dentro di noi. Dio non è più presente fisicamente in mezzo a noi, ma è presente con il suo Spirito.
Nelle letture odierne, troviamo anche un mandato particolare, non solo quello di essere testimoni e basta, ma quello di essere testimoni camminando secondo lo Spirito!
Che significa "camminare secondo lo Spirito"? Non certo fare gli spiritualisti, sradicati dalla realtà, dal nostro quotidiano. Neppure significa "affogare" dentro le realtà contingenti fino a non sapere perché viviamo, dove stiamo andando e quale grande valore può avere ogni momento se "viviamo secondo lo Spirito", ossia in conformità al precetto dell'amore.
Lo Spirito Santo è proprio l’amore in persona! È lui che ti abilita ad amare bene ta partire dalla propria persona per amare bene Dio, gli altri e ogni creatura. Senza lo Spirito Santo il nostro amore è fragile e malato. Con lo Spirito Santo il nostro amore si purifica, si vivifica, si rinvigorisce e diventa quello di cui abbiamo bisogno per essere autenticamente ‘persona’ cioè liberi da individualismo e propensi a incontrare l’altro in profondità e a far comunione.
Vieni Spirito Santo, oggi e sempre nella nostra vita, plasmala con la forza vivificante per essere testimoni dell'Amore sulle strade dell'oggi.



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