lunedì 4 maggio 2009

Martedì della IV settimana di Pasqua

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Continua ancora oggi il capitolo 10 del Vangelo di Giovanni. Gesù trascorre una sua giornata. Il vangelo sottolinea che era d'inverno (vedi Gv 10,22-30). Infatti, la scena che il testo propone alla meditazione si svolge nel tempio, durante la festa della Dedicazione. Con tale solennità i giudei celebravano l'anniversario della purificazione del tempio operata da Giuda Maccabeo (cfr 1Mac 4,36-59; 2Mac 10,1-8).
L'annotazione dell'evangelista sulla stagione, «era inverno» (v. 22), è comprensibile perché la festa della Dedicazione cadeva nella seconda metà di dicembre. Pensando ad un'allusione simbolica, sant'Agostino, partendo da tale nota, ha scritto: «"era inverno". Erano intorpiditi dal freddo! E non avevano coraggio di avvicinarsi al fuoco divino! È la fede che ci permette di avvicinarci. Colui che crede si avvicina veramente. Il fuoco dell'amore di Dio era spento nei loro cuori».
In questo scenario, in questo loro "inverno interiore", i giudei mascherano la loro intenzione ipocrita, dichiarando di avere l'animo sospeso; fingono di avere il desiderio sincero di conoscere la verità. Gesù risponde richiamando le sue precedenti dichiarazioni, dalle quali potevano dedurre facilmente la sua messianicità.
Gesù però li invita ancora una volta alla fede, fa appello alla testimonianza delle sue opere straordinarie compiute nel nome del Padre: esse sono la garanzia divina della sua messianicità: «voi non credete, perché non siete mie pecore» (v. 26). Essi non fanno parte di quegli uomini che il Padre ha dato a Gesù. Nonostante ciò, non taglia drasticamente il dialogo con i Giudei increduli. Fa', cioè, un ulteriore invito ad ascoltare la sua voce, continua a rivolgersi a chi non crede, perché questi veda la propria cecità e desideri la luce (cfr. Gv 9,41).
Anche noi, nel nostro piccolo viviamo il nostro inverno interiore. Chissà quante belle frasi montiamo su per nasconderci dietro, per scaldarci
utopicamente il cuore per poi, rimanere più infreddoliti di prima.
Ancora oggi, cari amici, Gesù è il buon pastore che viene a cercarci personalmente, individualmente. Egli ci ama d'amore infinito e viene a cercarci per scaldare il nostro inverno interiore. Preghiamo e accogliamo perchè la nostra vita sia sempre trasformata da quest'amore.
Signore Gesù, concedi ai nostri inverni e ai nostri freddi di sciogliersi davanti al fuoco del tuo amore che salva. Donaci di udire la tua voce e di farla ascoltare ancora a chi non vuole più ascoltarla. Fa' che nelle nostre parole risuonino le tue parole.