martedì 26 maggio 2009

Mercoledì della VII settimana di Pasqua

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Continua la riflessione sulla preghiera sacerdotale. Il brano odierno prende in considerazione la situazione dei discepoli nel mondo, dopo la sua definitiva partenza. "Padre santo, custodisci nel tuo nome, coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola come noi" (vedi Gv 17,11-19).
Nell'offrire la propria vita, Gesù affida i suoi discepoli al Padre; prega per loro chiedendo che siano uno come egli e lo Spirito Santo lo sono col Padre. In pratica, siano immagine e somiglianza della Trinità!
In questa sua preghiera, Gesù desidera veramente qualcosa di speciale per i suoi discepoli e per tutti noi, per questo raccomanda al Padre e invoca per i discepoli e per noi la stessa vita che è nella Trinità. E cosa chiede se non essere immagine di Dio Uno e Trino non solo come singoli, ma anche come comunità, come Chiesa.
In questa preghiera vi è il desiderio più profondo di Gesù: ristabilire l'equilibrio d'amore del progetto originario, quando Dio passeggiava con l'uomo nell'Eden alla brezza del giorno, quando l'uomo non aveva paura di Dio, quando l'immagine e somiglianza brillava pura e limpida e faceva esultare di lode tutto il creato.
Gesù ha cura e premura per i suoi discepoli ed invoca la potenza divina, affinché "li custodisca dal maligno", dal divisore, dal menzognero, da colui che fin dall'inizio ha attentato a questa unità, da colui per il quale l'immagine e somiglianza dell'uomo col suo Dio è gelosia che divora e distrugge. Solo la Verità può custodire l'Unità. Per restare costantemente orientati al Signore, dobbiamo fare spazio in noi alla Verità, all'autenticità che deriva dall'accogliere la Parola di Dio. Facciamo in modo, che la Parola di Dio dimori abbondantemente tra noi (cfr. Col 3,16), affinché possiamo restare nel mondo con semplicità dando testimonianza al Vangelo.
Poi la richiesta di Gesù per noi, raggiunge il culmine; egli implora che tutti noi siamo "consacrati nella verità". Anche Gesù ha "consacrato se stesso", facendosi obbediente al Padre sino a offrire la sua vita in sacrificio. Egli vuole ottenerci questo dono, questa consacrazione per renderci concretamente capaci di mettere tutta la nostra vita a servizio esclusivo della verità: questo significa essere consacrati, questo è l'impegno del cristiano, quello appunto di fare della propria esistenza una testimonianza viva di Cristo.
Per essere testimoni di Cristo, abbiamo bisogno dello Spirito Santo che irrompa nella nostra vita e ci sostenga. Ci immetta nel suo mistero di morte e di resurrezione, ci consacri: ci assuma e ci formi, bruci in noi ogni resistenza e pretesa egotica di identità e di verità e ci conduca ad essere testimoni in ufficio, in casa, a scuola, perché il mondo creda e credendo, abbia la vita.
Vieni, Spirito Santo, Spirito di Consiglio. Fammi comprendere momento per momento ciò che Dio vuole da me. Toglimi la bramosia di conoscere tutta la strada e sostituiscila con la serena fiducia che la meta verso cui sto procedendo tu la conosci ed è una meta fissata dall'amore.