domenica 7 giugno 2009

Lunedì X settimana del Tempo Ordinario

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il Vangelo che ascoltiamo questo lunedì è tratto dal grande discorso della montagna che, comunente, in questa pericope conosciamo col nome "beatitudini".
Le otto Beatitudini aprono in modo solenne il “Discorso della Montagna”. (vedi Mt 5,1-12) In esse Gesù definisce chi può essere considerato beato, chi può entrare nel Regno. Sono otto categorie di persone, otto porte di ingresso per il Regno, per la Comunità. Non ci sono altre entrate! Chi vuole entrare nel Regno dovrà identificarsi almeno con una di queste otto categorie.
L'evangelista Matteo fa salire Gesù su di un monte, il luogo per eccellenza da cui Dio ammaestra, come per suggerire un parallelo tra l'antica e la nuova alleanza. La prima fu sancita sul Sinai, la seconda riceve il suo sigillo su questo monte.
Cosa significa per noi questa pagina di felicità? perchè le beatitudini indicano "una felicità"? Sappiamo come ognuno di noi è sempre in cerca della felicità, forse a modo suo, ma sempre in ricerca. In questo cammino, spesso si naufraga come una nave senza comandante. Gesù, per evitare il naufragio, ha una sua risposta al senso di felicità, forse la potremmo giudicare come una risposta da matti, però Lui vuole dircela ugualmente ed è quanto descrive l'evangelista Matteo. Quanto dice Gesù è la carta Costituzionale del discepolo, cioè quelle parole che non solo fanno memoria alla vita personale ma che segnano ogni scelta.
Nel brano troviamo la parola beati, più che felici. Il termine infatti nel Vangelo è sinonimo di felici, realizzati, contenti. Ma in mezzo alla parola felicità, troviamo anche parole che ci suonano strane (ve lo dicevo che la risposta di Gesù è da matti!) come "Beati i poveri, i miti, i perseguitati, gli affamati, coloro che piangono...". Che significa: che più le nostre cose peggiorano e meglio andranno? No, non credo che Gesù intendesse questo, non sarebbe neanche Vangelo. Però vuol farci capire che attraverso la sofferenza, la persecuzione, il pianto, abbiamo trovato Dio (o possiamo trovarlo), la felicità che non ci è tolta, la risposta grande alla vita. Se sappiamo guardare al di là dell'ostacolo, la vita si racconta, le cose appaiono diverse e addirittura le disgrazie vengono lette in modo diverso.
Forse anche adesso non possiamo cogliere questa Parola di salvezza perchè molto distante,dal nostro modo di pensare, però possiamo fermarci per capire un attimo che questa pagina evangelica ci strappa da una vita banale e ci spinge verso una vita piena, verso una gioia ben più profonda di quella che noi possiamo anche solo immaginare.
Le beatitudini non sono troppo alte per noi, come non lo erano per quella folla che per prima le ascoltò. Esse hanno un volto davvero umano: il volto di Gesù. E' lui l'uomo delle beatitudini, l'uomo povero, mansueto e affamato di giustizia, l'uomo appassionato e misericordioso, l'uomo perseguitato e messo a morte. Guardiamo quest'uomo e seguiamolo; saremo beati anche noi.
Signore, dammi il tuo bene, dammi te che sei il Sommo Bene e una grande gioia: la felicità di far contenti gli altri.