sabato 18 luglio 2009

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (anno B)

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


La Parola di Dio di questa domenica ci riporta a guardare la vita di Gesù come un alternarsi tra bagni di folle e fughe nel deserto o luoghi solitari per ricaricarsi interiormente.
L'Evangelista Marco, col brano evangelico odierno, che ha a che fare con il riposo, ci mostra i discpoli di Gesù che dopo otto giorni ritornano dalla missione per raccontare le loro esperienze.
Dovevano essere stanchi e questo lo notiamo da quello che Gesù dice loro: "Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po'".
Tutti hanno diritto ad un sano riposo, ad una pausa di stacco dal lavoro, alla ricerca di serenità interiore che rimetta ordine dentro ciascuno.
Siamo entrati nel clima estivo (anche se il clima sembra più monsonico) e tanti partono per il mare, la montagna. Una routine abitudinaria che non è vissuta bene. Infatti durante l'anno viviamo nel tran tran quotidiano che arriviamo all'estremo delle nostre forze e facilmente questo stress frenetico lo trasferiamo d'estate nei luoghi che abbiamo scelto per passare le nostre vacanze. Da cosa ci siamo staccati? Quale spina abbiamo tolto? In realtà l'unica spina che togliamo, l'unico stacco che facciamo è il nostro rapporto con Dio: mandiamo Dio in vacanza! Non sto esagerando, è la realtà ed è dentro questa realtà che Gesù si preoccupa vedendoci come un gregge disperso e ci invita a fare un tempo di riposo in sua compagnia, ascoltando la sua Parola, i suoi insegnamenti.
Qualcuno potrebbe dire: "basta la Messa domenicale!". E' troppo poco ridurre il nostro rapporto con Dio in quarantacinque minuti (poi se è meno è meglio). C'è un momento di riposo anche per l'anima e non sto a riferirvi a momenti mistici da vivere. Purtroppo tanti di noi abbiamo dimenticato di avere un'anima. Forse in chiesa stessa litigando col prete o con qualcun'altro, o nell'ultima confessione, etc. In questa nostra situazione c'è da chiedersi: da quanto tempo non ascolto Dio? Da quanto tempo non vivo la dimensione di Figlio di Dio? Da quanto tempo non vedo lo sguardo di Dio nel volto dei tuoi cari, dell'altro? Da quanto tempo non prego riscoprendo quotidianamente Dio?
Ancora una ulteriore domanda attraverso questo vecchio racconto:
- C’era una volta un boscaiolo che si presentò a lavorare in una segheria. Il salario era buono per cui il boscaiolo volle fare bella figura. Il primo giorno si presentò al capo reparto, il quale gli diede un’ascia e gli affidò una zona del bosco. L’uomo, pieno di entusiasmo, andò nel bosco a fare legna. In una sola giornata abbatté diciotto alberi. “Complimenti” gli disse il capo reparto.
Il giorno dopo il boscaiolo decise di migliorare il suo rendimento, quella sera andò a letto presto.

La mattina dopo si alzò prima degli altri e andò nel bosco.
Nonostante l’impegno, non riuscì ad abbattere più di quindici alberi. “Devo essere stanco” pensò e decise di andare a dormire al tramonto.
Il giorno dopo furono sette, poi cinque, e l’ultimo giorno passò l’intero pomeriggio tentando di tagliare il suo secondo albero. Preoccupato per quello che avrebbe pensato il capo reparto, il boscaiolo andò a raccontargli quello che era successo, e giurava e spergiurava che si stava sforzando ai limiti dello sfinimento.
Il capo reparto gli chiese: “Quando è stata l’ultima volta che hai affilato la tua ascia?”.
“Affilare? Non ho avuto il tempo di affilarla: ero troppo occupato ad abbattere alberi…”.
Anche noi spesso siamo troppo occupati per abbattere i nostri alberi. A ciascuno di noi è stata affidata un'ascia che ogni tanto va affilata.
Ancora oggi Gesù si rivolge a noi e ci dice: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un pò”. E' il nostro momento propizio per avere familiarità con Gesù, buon pastore, che ci ama talmente fino a commuoversi per noi.


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