mercoledì 26 agosto 2009

27 Agosto: Santa Monica

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


In questo giorno che ricordiamo Santa Monica, mamma di Sant'Agostino, il Signore ci esorta a vigilare e a pregare per essere pronti all'arrivo dello sposo ed entrare con lui nel convito eterno (vedi Mt 24,42-51).
Alla nostra meditazione. torna il tema della vigilanza, una delle virtù della vita cristiana.
Il Signore dice: "vigilate!", un atteggiamento che torna spesso nel Nuovo Testamento. L'ultimo insegnamento pubblico di Gesù, secondo il vangelo di Luca, è un'ammonizione a vigilare: "Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere e di comparire davanti al Figlio dell'uomo" (Lc 21,36).
Lo stesso discorso, nella versione di Marco, si conclude così:
"State attenti vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso.. Vigilate dunque... Quello che dico a voi lo dico a tutti: 'Vegliate!" (Mc 13,33-37; cfr. Mt 24,42-51; 25,1-13). E prima di essere arrestato, Gesù esorta i discepoli dicendo: "Restate qui e vegliate... Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un'ora sola? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione" (Mc 14,34.37-38; cfr. Mt 26,38.40-41).
Vigilare, essere pronti significa porsi davanti al Signore sempre presente (solo apparentemente assente) e vivere coerentemente secondo questa fede.
La vigilanza alla quale ci chiama Gesù nasce da un ben preciso atteggiamento interiore che è informato dalla volontà di seguire sempre gli insegnamenti proposti da Gesù. Nella parabola del servitore preposto ai servizi del suo padrone, la vigilanza prende la forma di una fedeltà responsabile verso una missione che il Signore affida. Da qui sorge la docilità del cuore e la prontezza delle nostre azioni. Non è mai troppo presto (o troppo tardi) per compiere le buone azioni!
La nostra fede in Gesù Cristo ci assicura della sua infinita misericordia, pronta sempre ad accogliere chi si dimostra disponibile ad accettare il suo amore evitando qualsiasi abuso di ciò.
La vigilanza non è solo una virtù che influisce sulle nostre opere ma attiene direttamente alla vita spirituale in Cristo: è la testimonianza del nostro amore per Cristo e per i fratelli, perché è il nostro desiderio di operare sempre per il bene e nel bene. Da un atteggiamento interiore di amore nasce quindi la nostra azione di amore: è l'applicazione del comandamento dell'amore che lo stesso Gesù ci ha ricordato.

Il Vangelo di oggi è un'ulteriore occasione per riflettere sulle opportunità che spesso rifiutiamo; sull'abbondanza della grazia che ci ricopre e che non accogliamo pienamente; sullo spreco anche materiale di questa società troppo spesso legata alla contentezza fugace del momento.
«State vigilanti, dice il Signore nell'Apocalisse; ricordatevi di quello che avete ricevuto e inteso, praticatelo e fate penitenza. Perché se non vegliate, io verrò a voi, come ladro, non saprete l'ora in cui verrò. Ecco che vengo presto: custodite bene quello che avete, affinché altri non v'involi la vostra corona» (Ap 3, 2-3, 11).
"il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta", dice il Signore nel Vangelo. «Dio ha voluto tenerci nascosta l'ultima nostra ora; affinché sempre ne stes­simo in apprensione; affinché non potendo prevederla, sempre vi ci teniamo preparati (San Gregorio)». Così faceva il Profeta il quale dice: «Io veglierò su le mie vie, per non peccare» (Sal 28, 2).
L'attesa del Cristo deve suscitare l'impulso all'azione morale, a non sprecare il tempo, a comportarsi come servi di tutti e padroni di nessuno.