lunedì 9 novembre 2009

10 novembre: SAN LEONE MAGNO

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Rprendiamo da questa sera e per quanto mi sarà possibile i commenti alla Parola di Dio. Vi chiedo ancora scusa se sono stato lontano, ancora in questo momento sono "accampato" e quindi devo fare diversamente.


Oggi celebriamo la memoria di san Leone magno, papa. La parola del giorno ci richiama ad un servizio da rendere senza cercare un tornaconto, senza gelosie, senza contese perchè tutti abbiamo bisogno dell'altro (vedi Lc 17,7-10). Infatti dice il Signore: "Siamo servi inutili, abbiamo fatto ciò che dovevamo fare".
Siamo servi inutili, eppure indispensabili, se restiamo servi se gioiosamente restiamo impegnati a servizio del Regno di Dio, della crescita della civiltà dell'amore: in noi e attorno a noi. Ma nella consapevolezza, appunto, che tutto abbiamo ricevuto.
"Inutile", questo è l'atteggiamento del rivendicare diritti, ricompense, le grazie di Dio. Il nostro impegnarci per il Regno non è un regalo che facciamo a Dio, ma un mettere a frutto quello che Lui ci ha donato. Chi ha conosciuto Gesù di Nazareth, è chiamato a diventare suo testimone, senza fanatismi, senza ansie: il mondo è già salvo, forse ancora non lo sa e noi possiamo, nel quotidiano, vivere da persone salvate e le nostre comunità diventare in qualche modo "succursali del Regno di Dio".
Come muoverci? Cosa fare? Anzitutto bisogna che sia chiaro che non siamo chiamati a fare, ma ad essere. Essere discepoli, essere pieni di fiducia, diventare il luogo di Dio per il mondo. Essere, non apparire, non organizzare, non costruire sante barricate. Esserci: con un sorriso, con la pazienza, con il perdono. Esserci, tutto lì.
In questo periodo che vivo in una nuova realtà (quella di Palermo), tutto questo lo sto sperimentando sempre più. Vi assicuro che non è facile, ma lo è grazie all'azione dello Spirito Santo.
Il Signore ancora una volta vuole ricordarmi, vuole ricordarci che è Lui che guida la barca, è lui che salva il mondo e noi a corrergli dietro. Lui ama, lui salva, lui guarda, lui interviene e noi a corrergli dietro.
Una grande santa diceva: "Io non penso di avere qualità speciali, non pretendo niente per il lavoro che svolgo. È opera sua. Io sono come una piccola matita nelle sue mani, nient'altro. È Lui che pensa. È Lui che scrive: la matita non ha nulla a che fare con tutto questo. La matita deve solo poter essere usata" (Madre Teresa di Calcutta).

Preghiamo perchè il Signore ribalti la nostra vita. Sgombri il nostro cuore dalla pretesa d'essere meritevole di qualcosa, per far trionfare quella gioia che si chiama amore.