venerdì 13 novembre 2009

Sabato della XXXII settimana del Tempo Ordinario

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il vangelo di questo sabato, porta per tutti noi un elemento essenziale della vita cristiana e caro all'evangelista Luca: la preghiera (vedi Lc 18,1-8).
Gesù era una persona di preghiera. Sfogliando i Vangeli, possiamo notare che la sua vita pubblica dà ampia dimostrazione di questo. Ci sono momenti che lo ritroviamo da solo, durante la notte per vivere meglio il suo rapporto col Padre. Infatti, "quando preghi ti metti in comunicazione con Dio, come una lampadina che risplende perché è collegata ad un generatore di corrente" (Francois Xavier Nguyen Van Thuan). Ma c'erano altri momenti, mentre predicava o guariva o scacciava i demoni in cui Gesù si rivolgeva spontaneamente al Padre.
C'è anzitutto da chiedersi se per noi che ci diciamo cristiani, la preghiera è una parte integrante della nostra vita. Per Gesù sì. Lui ci dice che la preghiera per Lui e per noi è quasi come un fiume che continua a scorrere giorno e notte senza sosta. La preghiera di Gesù è preghiera di lode, di ringraziamento, di gioia, di dolore, di supplica. S'intreccia e fluiva con la sua vita, ovunque e sempre.Gesù ci dice che bisogna pregare sempre, senza stancarsi. In queste parole, la preghiera è paragonata alla croce. Ai discepoli di Emmaus dirà: "Io dovevo subire queste cose".
La preghiera vista sotto quest'ottica, è un imperativo d'amore misterioso, una via spesso oscura, in cui ci si può inoltrare solo consegnandosi fiduciosamente a Dio.
La preghiera dice Gesù bisogna farla "senza scoraggiarsi o addirittura incattivirsi". Sì, perché, come la croce, anche la preghiera è il luogo dell'impotenza, della povertà e spesso anche del silenzio di Dio. Per questo che non è possibile rimanere neutrali: o si è crocifissi accanto al Cristo come il buon ladrone che attende di essere accolto tra le braccia del Padre, o si è come l'altro condannato che, ingoiato dalla morte, getta su Gesù parole di astio.
Da questa necessità di prendere posizione, comprendiamo che la nostra giornata debba prevedere tempi forti di preghiera. Solo un'incessante disposizione del cuore, che diventa stile d'essere e d'agire, illumina e dà senso a ciò che viviamo, facendo maturare in noi la piena disponibilità ad accogliere il mistero di Dio, anche quando ci sembra sia sordo al nostro grido d'aiuto.
Proviamo a pregare dalla nostra croce con fiducia con queste parole: "Gesù, ricordati di me...".