mercoledì 23 dicembre 2009

Feria propria del 24 Dicembre

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il vangelo odierno ci presenta il "Benedictus", il cantico pronunciato da Zaccaria, uno dei molti cantici delle comunità dei primi cristiani troviamo sparsi negli scritti del Nuovo Testamento (vedi Lc 1,67-79).
Questo cantico, è pervaso dall’ispirazione potente dello Spirito Santo che rende il sacerdote dell’Antica Alleanza consapevole di avere in Giovanni il precursore di Colui che opererà l’assoluta novità in Israele e una salvezza così potente da essere estesa a tutti ipopoli e a tutti i tempi, anche a questi nostri giorni.
E' la gioia della nuova nascita che scaturisce nel cuore di Zaccaria.
In questa vigilia del Natale vi è anche un'altra gioia in paragone: la nascita di Gesù.
Ma cosa è questa gioia? E' qualcosa che non si può trattenere dicono i vangeli. E, come è accaduto per Maria, anche Zaccaria non può trattenere la gioia della novità di Dio e prorompe in un canto di letizia.
Egli "andrà innanzi al Signore a preparargli le strade". Il Signore ha scelto di farsi precedere da qualcuno che gli prepari la via. La missione di Giovanni è intimamente legata a quella di Gesù.
Ancora oggi è così? Certo. Tutti abbiamo bisogno che qualcuno ci porti questa gioia, qualcuno che ha bisogno di un fratello o di una sorella che ci aiuti ad incontrare il Signore. Non si può credere da soli. Tutti abbiamo bisogno di un angelo. Se ci lasceremo aiutare, anche noi vedremo cose nuove e potremo cantare come Zaccaria perché il Signore ha ancora una volta visitato il suo popolo. La meraviglia e il canto fanno parte della nostra preghiera di ogni giorno che diventa particolarmente intensa quando come Zaccaria, come Maria, come il vecchio Simeone diventiamo capaci di comprendere al meglio tutto quello che il Signore ha fatto e fa per noi, le meraviglie della sua grazia.
Dovremmo spesso perciò benedire il Signore ed esclamare: «Quanto sono grandi le tue opere, Signore, tutto hai fatto con saggezza». Lo dovremmo gridare a Natale.