sabato 19 dicembre 2009

IV DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C)

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


In questa ultima domenica di Avvento, la Liturgia della Parola affretta i nostri passi verso il mistero del Natale, mistero che ci fa pregustare già nelle parole dell'Antifona di Ingresso: "Stillate dall'alto, o cieli, la vostra rugiada e dalle nubi scenda a noi il Giusto; si apra la terra e germogli il Salvatore". Già in questi settimana abbiamo ascoltato "i fatti della natività"!
La parola di Dio di questa domenica ci aiuta a preparare degnamente quest'incontro con il Signore con lo stesso atteggiamento interiore di Maria, Giuseppe, Elisabetta e Zaccaria: i quattro personaggi che sono oggi richiamati, direttamente e indirettamente, nel testo del vangelo e che meglio di ogni altra persona vicina al Signore possono favorire questo annuale incontro con Gesù.
La preghiera di Colletta vuole sottolineare e prepararci a quest'evento dandoci il fine ultimo: "Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre, tu, che nell'annunzio dell'angelo ci hai rivelato l'incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione". Questo vuol dire che all'inizio di questa Liturgia domenicale, siamo invitati a domandare al Padre che il mistero dell'Incarnazione - che trova pienezza nel mistero della Pasqua del Figlio - sia per noi sorgente di un'esistenza veramente pasquale. Per dirla con i Padri della Chiesa: "Dio si è fatto uomo, perché l'uomo diventi Dio"! Il Natale, perciò, deve generare in noi quel dinamismo di Grazia che ci porta a tradurre nella nostra vita cristiana lo stile stesso della Vita Trinitaria di Dio che ci è stata manifestata nel Verbo fatto carne.
Il Vangelo della Visitazione della Beata Maria Vergine a Santa Elisabetta ci da i parametri essenziali di come vivere questo Natale: nella gioia, nella carità, nella riconoscenza a Dio, nella fede sincera e sentita. Non può esserci vero Natale nel nostro cuore e nella nostra vita se non ci apriamo a questo incontro, a questo intimo rapporto con il Signore, sul modello di quella esperienza di maternità che Maria ha sperimentato in modo del tutto singolare.
Anche noi siamo chiamati a fare rinascere nella nostra vita Gesù Cristo, perché ogni festa è sempre una nuova opportunità per dialogare con Cristo nella carità. Infatti, "Quando tu dici bene di coloro che dicono male di te, quando tu ami coloro che ti odiano, quando tu preghi per chi ti perseguita, quando tu vinci il male con il bene, manifesti che Cristo è venuto, sei testimone con i fatti che Dio c'è, che Dio è dentro la tua vita!" (Don Oreste Benzi). E alla carità deve pure corrispondere un atteggiamento di umile attesa, anche se siamo tristi. La tristezza è un' attesa! E' l' attesa di una presenza, è l'attesa di Dio!


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