venerdì 29 gennaio 2010

Sabato della III settimana del Tempo Ordinario

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il vangelo di quest'ultimo sabato del mese, mentre anche un altro mese volge al termine è sottolineato dallo sguardo di Gesù che ci invita alla sera della vita, a passare all'altra riva cioè ad aprire sempre nuovi orizzonti alla nostra pigrizia e andare oltre la nostra rassegnazione (vedi Mc 4,35-41).
"Passiamo all'altra riva": esiste forse un modo migliore per descrivere la nostra vita?
Abbiamo sempre descritto la nostra vita come un viaggio. La poetessa Emily Dickinson in una delle sue poesie descrive una scena meravigliosa di questo viaggio della vita: "Su questo mare meraviglioso / Navigando in silenzio, / Ohé! Pilota, ohé! / Conosci tu la riva / Dove non urlano i marosi - Dove la tempesta è oltre? / Nel tranquillo ponente / Molte le vele a riposo - Le ancore salde -Laggiù ti conduco - Terra Ohé! Eternità! / A riva finalmente!".
Ci sta una meta, un luogo dove riposare: il luogo del tramonto, come meta finale del viaggio della vita; un approdo tranquillo, dove i marosi dell'esistenza terrena tacciono, dove troveremo molte vele ormai a riposo. Una volta avvistata la riva dell'eternità potremo gettare l'ancora e fissarla saldamente in quel porto immune da qualsiasi tempesta.
E in questo viaggio siamo invitati a prendere Gesù sulla nostra barca, "così com'è", senza cioè gettargli addosso una maschera, senza aspettarci che egli sia secondo i nostri desideri, senza vedere in lui una specie di assicurazione contro i guai.
Come per i discepoli del vangelo, anche noi attraversiamo il nostro lago di guai le tempeste della nostra vita, quelle vere che riguardano le tante tragedie dell'esistenza, non certo le nostre piccole agitazioni.
Forse ci tornerà difficile avvicinarci a Gesù senza aspettative, ma questa è la nostra strada per fare davvero esperienza di lui e – insieme a lui – per fare esperienza di noi stessi. Chissà quante volte abbiamo desiderato una manifestazione di DIo nella nostra vita, almeno nei momenti più difficili, che intervenisse in qualche modo; invece no, ci sono momenti in cui Dio dorme, tranquillo e sereno e abbiamo la tragica e destabilizzante impressione che a Dio, di noi, proprio non importi nulla, che sia distratto o rivolto altrove. Gesù invece si abbandona "sul cuscino" della fiducia e celebra una vera e propria liturgia di sereno affidamento al Padre. Il discepolo che ebbe tanta fede per staccarsi dalla folla e seguire Gesù sulle acque del lago non deve, ora che si trova nella stessa barca, pretendere una presenza divina costantemente attiva e vittoriosa.
Una fede matura sa rendere tranquilli nelle difficoltà e sereni anche nella persecuzione. E' il caso di prendere spunto dal vangelo ed esaminarci per capire: "Chi è per me Gesù?". Veniamo sempre più scoprendo la potenza umano-divina della sua Persona, con tutte le conseguenze del caso?
Nel lungo viaggio della vita alla scoperta del tesoro che è nascosto dentro di noi, tu ci accompagni Signore, sali in barca con noi, anche se a noi lasci il compito di condurre; lode a te, Dio potente che mai ci abbandoni e mai ci sostituisci nel nostro mestiere del vivere!