sabato 27 febbraio 2010

II DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO C)

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il vangelo di questa II domenica di Quaresima ci fa salire sul monte con Gesù per trasfigurarci. Nella Trasfigurazione, Gesù è indicato come la vera speranza dell’uomo e come l’apogeo dell’Antico Testamento. Luca parla dell’“esodo” di Gesù, che contiene allo stesso tempo morte e risurrezione.
Tabor evoca il momento in cui Gesù, grande Rabbì, carismatico profeta, svela la sua vera identità, supera il limite e si dona alla vista sconcertata e stupita degli apostoli. Tabor dice l'assoluta diversità di Dio, la sua immensa gloria, la sua indescrivibile bellezza.
Tabor è la meta della quaresima.
In questa meta della quaresima sgorga la preghiera. Luca ama sottolineare che Gesù non è salito sul monte per trasfigurarsi, ma per pregare. Durante la preghiera accade la metamorfosi. Questa preghiera di Gesù ci rivela tre tappe da vivere nella preghiera: solitudine, ascolto, trasfigurazione.
Questo dinamismo non è così semplice in noi. Come Pietro, Giacomo e Giovanni ci verrebbe da dire: Facciamo tre capanne". E invece il Signore ci addita un'altra strada: quella di cui aveva parlato poco prima ai discepoli e di cui tornerà a parlare poco dopo, cioè la via della croce in cui egli ci precede ma che ogni uomo è chiamato a percorrere.
È quel "discorso duro" che induce molti ad abbandonare l'impresa, a ritirarsi delusi perché - come diranno i discepoli di Emmaus - "noi credevamo"… Si era andati a Dio con delle attese che riflettevano l'immagine che ci eravamo fatti di Lui: un Dio-rifugio, una specie di agenzia assicurativa che ci avrebbe messo a riparo dagli infortuni. E invece…
Benedetta disillusione che ci costringe a cercare il vero volto di Dio, che ci mette dinanzi alle esigenze forti di una fede che si va svincolando da visioni infantili.
E' il mistero della nostra fede che ci porta a riconoscere e accettare il non facile compito di "essere uomini" nella ferialità della vita fino alla croce, fino alla risurrezione.
Concedimi, Signore, sprazzi di luce che mi permettano di non perdere di vista la meta, e coraggio di affrontare le asperità della salita.

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